Sisma del Centro-Italia, a 4 anni la ricostruzione è ancora un miraggio

Sono passati quattro anni dal duro sisma che ha sconvolto il Centro-Italia, e nonostante le promesse non si è fatto ancora quasi nulla per la ricostruzione.

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foto dal web

I dati parlano chiaro. Circa 80.000 case sono state danneggiate, ma sono solo 13.900 le richieste di assistenza arrivate all’ufficio speciale per le riparazioni. Colpa di burocrazie, ritardi, inefficienze, difficoltà. In tutto ciò, i cantieri completati sono a malapena 2500.

Il totale abbandono delle aree terremotate

Secondo la normativa vigente inoltre, per sanare piccoli abusi minori come, per fare un esempio tra tanti, spostare finestre o porte, i residenti nel cratere hanno una procedura agevolata, mentre per quelli al di fuori del cratere sono previsti procedimenti penali e sanzioni come se si trattasse di un normale contesto, e non ci fossero edifici distrutti dal terremoto.

Il che rappresenta un ostacolo per molte persone. Per questo, nel frattempo, molte persone se sono andate altrove per ricostruirsi una vita. Ora il rischio è che quelle zone rimangano del tutto abbandonate a sé stesse.

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La difficoltà di portare avanti la ricostruzione post-sisma

Il Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia Giovanni Legnini, ha spiegato il rischio. Vale a dire che, anche se l’ultimo decreto velocizzerà il lavoro, il rischio per le aziende è quello di rimanere ancora una volta incastrati in un vero e proprio imbuto.

Che renderà ancora più difficile completare le opere.  Se ci si inoltra nelle aree del terremoto, tra Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, da quella fatidica data del 24 agosto 2016 ci sono ancora solo macerie, edifici abbattute, città fantasma. Sembra una tragedia di fantasia, invece è la realtà. Sono passati quatto anni e quattro diversi commissari. La ricostruzione resta però ancora una vera illusione lontana.

Tutti i dati vergognosi dell’inefficienza italiana

Ora, delle 80.000 case dichiarate inabitabili, solo più del 3% può essere riutilizzato. Sono state inviate solo 13.900 domande di donazioni per progetti. Le 41mila persone coinvolto vivono grazie all’assistenza statale ma sono ancora senzatetto, in alberti, container, soluzioni abitative d’emergenza.

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Le immagini della città di L’Aquila dopo il terremoto del 2009 – sourceweb

Dei 1405 interventi finanziati, solo 86 sono stati completati. Tra questi ci sono 17 scuole, il che significa però che le altre 230 devono essere ristrutturate.

Il bisogno di risposte al più presto a chi ha subito il sisma

Lo stesso per le chiese, che rappresentano uno dei principali patrimoni culturali delle aree segnate dal terremoti. Gli interventi finanziati sono 942, ma di questi ben 740 non hanno ancora visto la luce. Legnini tenta di convincere gli abitanti delle zone che entro la primavera del 2021 prenderanno il via 5mila cantieri.

Ma in pochi tendono ad avere fiducia. Considerato che da oltre sei mesi i lavori sono bloccati anche a causa del coronavirus. Ed è questo che rischia di complicare ancora più la situazione. Molte imprese infatti si sono aggiudicate un alto numero di commissioni, che ora rischiano di vedersi sbloccate tutte insieme. A quel punto non sarebbero in grado di reggere tutto il peso.

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Questa è l’Italia. Ma c’è bisogno di risposte, la situazione va cambiata al più presto. Non si può restare in silenzio di fronte al dolore e all’ingiustizia di tanti fratelli e sorelle, tanti italiani catapultati al freddo e al gelo da un giorno all’altro, senza alcuna colpa. Non si può tacere.

Giovanni Bernardi

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