Oggi, Serena Dʼ Amico ha 15 anni e mai dimenticherà quella notte del 24 Agosto del 2016, quando Amatrice si sgretolò.
A causa del trauma, si era ammutolita letteralmente ed è rimasta in quello stato per un anno e tre mesi.
A distanza di 2 anni da quella terribile sciagura sismica, vogliamo raccontare una storia a lieto fine, che lascia comunque l’amaro in bocca, per il ricordo di quei giorni e delle vite perse per sempre.
Si conosce solo da poche ore, la storia di Serena Dʼ Amico, che ha rispeso a parlare solo quando la sua insegnante di Lettere, la professoressa Maria Flavia Perotti, le ha assegnato il compito “Inventa un racconto a piacere”.
“Succedeva sempre nell’ora di geografia. Tra gli argomenti c’era anche il tema del terremoto: quando intuiva che potessi parlare dell’argomento, Serena si alzava e senza dire nulla usciva dalla classe. Non ho mai provato a fermarla”, racconta la professoressa.
Poi Serena scrive: “Il 24 agosto è un giorno che ricorderò per il resto della mia vita, a volte un oggetto che ho davanti, o magari una persona, mi riportano a quel giorno”.
E dice della nonna: “E’ una persona forte che si è sempre sacrificata per il bene della famiglia: per me è una seconda mamma. Utilizzo i tempi al presente perché lei non merita di essere ricordata al passato”.
Ora Serena sembra stare meglio, ha rimosso il blocco psicologico che la relegava a vivere tra paure, incertezze e angoscia. Ora racconta di com’ era prima del terremoto di Amatrice, della sua nonna, e di come ha vissuto la sua perdita, ma partecipa anche attivamente alle lezioni e comincia ad interessarsi al suo futuro.
Antonella Sanicanti
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