È il miracolo della vita che resiste tra le macerie insieme al dolore, per più di 5 giorni, racchiuso nello sguardo del neonato che sta facendo il giro del web.
Nel devastante terremoto che ha colpito Turchia e Siria la scorsa settimana, precisamente la notte del 6 febbraio, il bilancio delle vittime accertate supera ad oggi i 29 mila, ma purtroppo è un numero destinato a crescere ancora.
Il sisma di magnitudo 7.8 della scala Richter, e le numerose scosse di assestamento che si sono susseguite nei giorni seguenti, ha provocato danni incalcolabili e una devastazione totale di intere località.
Tra i ritrovamenti di morti e feriti è incessante il lavoro di ricerca dei soccorritori che prosegue instancabilmente giorno e notte, alla ricerca, ancora, di qualcuno da salvare.
In questi casi, si sa, lo scorrere del tempo segna inevitabilmente un assottigliarsi delle possibilità che sotto quel che rimane di interi palazzi crollati ci sia qualcuno ancora vivo.
Il miracolo della vita nonostante tutto
Già nei primissimi giorni ha colpito l’attenzione il video diffuso dai media del ritrovamento di una bambina nata sotto le macerie a poche ore dalle scosse, ed estratta viva, ancora attaccata alla madre che però non ce l’ha fatta.
Portata all’ospedale di Afrin le è stato dato come nome Aya, che in arabo vuol dire “miracolo”.
Altre storie si susseguono sotto lo sguardo stupefatto degli osservatori e in questi ultimi giorni arrivano notizie di altri ritrovamenti che hanno dell’incredibile, o meglio, del miracoloso.
Il neonato ritrovato dopo 128 ore
Una tra le notizie che più ha colpito, è quella del bambino di circa 2 mesi che ha resistito sotto la devastazione del sisma per più di 128 ore.
È stato estratto vivo nel distretto di Alessandretta, nella provincia turca di Hatay. Non si conosce il suo nome, e molto probabilmente nessuno della sua famiglia è sopravvissuto. Il piccolo era da solo, sotto i cumuli delle rovine del crollo del palazzo in si trovava.
Più di 5 giorni in condizioni di precarietà totale, che lasciano esterrefatti nel pensare come abbia potuto sopravvivere, nel mistero d’amore che rientra nel disegno divino per ciascuno.
Tra la gioia infinita di vederlo sano e salvo e lo strazio di saperlo solo al mondo la commozione generale è inevitabile anche osservando la foto diffusa dai presenti al momento del ritrovamento.
Il suo sguardo tocca i cuori
Lo si vede tra le mani dei soccorritori, con uno sguardo che pur nella sua così tenera età sembra essere già particolarmente eloquente ed estremamente espressivo.
Ha gli occhi pieni di lacrime mentre guarda la persona che lo tiene tra le mani. Le piccole labbra sono strette in una morsa che trasmette tutta la sofferenza che prova.
Sembrano lacrime che sgorgano rincuoranti per il contatto con il calore umano di cui già così piccolo è stato privato in modo tanto traumatico.
Un’immagine che genera un coinvolgimento emotivo fortissimo, che muove profondamente i sentimenti più belli dell’animo perché il contatto amorevole, la cura, l’attenzione che in particolare a quell’età sono particolarmente indispensabili, suscitano una solidarietà pienamente umana.