Terribile: “Resti umani ovunque” | Profanato il luogo sacro

Supera ogni immaginazione, e ha letteralmente sconvolto l’intera comunità che mai avrebbe immaginato un fatto simile, proprio nella giornata a loro più cara. 

Un gesto figlio di una cultura che non ha alcun rispetto per la vita e nemmeno per l’umanità, su cui ora le autorità stanno indagando. Ma resta un dolore che sarà molto difficile da colmare.

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Un cimitero cattolico è stato profanato sconvolgendo letteralmente l’intera comunità. Il fatto è accaduto in Turchia, a Mardin, nel sud del Paese, ai danni del cimitero cattolico di Yemişli, dove centinaia di resti sono stati riesumati e stati sparsi nei terreni circostanti. Una brutalità a tratti inconcepibile figlia di una cultura che ha perso ogni valore del sacro, oltre che del rispetto, e che per questo è finita letteralmente nelle mani del demonio.

La profanazione del giorno di San Pietro e San Paolo

Una profanazione che peraltro è avvenuto proprio nel giorno della festa di San Pietro e Paolo. Un segno che molti hanno visto come molto più che un semplice caso. In quell’antica cittadina, infatti, risalente all’anno mille dove un tempo si trovava infatti anche un’antica necropoli, si trova una cappella dedicata ai grandi due apostoli cristiani.

Sempre in quel luogo sacro, ogni anno la comunità cristiana locale, a cui appartengono per la maggior parte fedeli che praticano il rito caldeo, siriaco e assiro, si recano in visita alle tombe dei propri cari nella data del 29 giugno. Una tradizione ormai consolidata che affonda le proprie radici indietro negli anni e che risulta essere particolarmente importante per i fedeli.

Di conseguenza, l’attacco ai danni del cimitero assume la forma di un vero e proprio attentato verso la comunità cristiana, in maniera scientifica, mirata ed estremamente crudele. Basta infatti immaginarsi anche solo vagamente lo scenario raccapricciante che si sono trovati davanti i primi testimoni dello scempio, appena messo piede nel cimitero in questo giorno santo ed estremamente caro a tutti coloro che si recavano in visita ai propri cari.

La vicenda che fa rabbrividire e che lascia intravedere una pista

La notizia è stata raccontata dalla stampa locale e poi diffusa più ampiamente dall’agenzia Fides. Si parla di centinaia di tombe aperte, divelte e profanate. Con i resti delle povere salme, comprese ossa e oggetti posizionati all’interno delle bare, o persino accanto alle lapidi, come ad esempio le tradizionali reliquie dei santi, sparpagliate per tutto il terreno, in una visione da incubo che ricorda un film dell’orrore. Purtroppo, però, si è trattato della realtà.

Di conseguenza, invece che celebrare la Messa in suffragio dei propri cari i fedeli si sono trovati sbigottiti e dolorosamente invasi in ciò che hanno di più caro. Il dolore è stato fin da subito immenso. Dopo avere realizzato l’accaduto, subito i primi testimoni hanno sporto denuncia alle autorità locali, che hanno aperto un’inchiesta.

Sembra che non sia ancora chiaro chi possa avere compiuto un gesto di tale efferatezza. Anche perché i cristiani vivono in quelle terre sin dal lontano Medioevo. Nello specifico, i cristiani siro ortodossi si stabilirono in queste montagne nel lontano dodicesimo secolo, tanto che Mardin ospita la sede del patriarcato siro ortodosso di Antiochia, all’interno del Monastero di Mor Hananyo, dal 1200. 

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Negli anni più duri del conflitto siriano, tra i ribelli e Bashar al Assad, molti profughi provenienti dalla Siria tornarono in queste terre a loro casa, dove peraltro dal 2018 molte chiese, monasteri e cimiteri, come quello vendalizzato, tornarono sotto il controllo del patriarcato, che nella prima metà del Novecento venne trasferito in Siria, quindi trasferiti dal controllo del governo turco. In questo modo, si comincia a immaginare nell’odio fondamentalista contro i cristiani una delle possibili piste dei colpevoli. Ma resta il dramma e l’incredulità verso uno scempio di cui non si sarebbe mai voluto parlare, e che supera letteralmente ogni immaginazione.

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