Nel terzo comandamento Dio ci chiede di fermarci, di cessare ogni attività e di santificare le feste.
Nell’Antico Testamento possiamo leggere i dieci comandamenti, in due dei cinque libri che compongono il Pentateuco: l’Esodo ed il Deuteronomio. In Esodo 20 possiamo ritrovare la suddivisione cui si rifà la tradizione Ortodossa, mentre in Deuteronomio 5 quella della tradizione Cattolica.
Il Terzo Comandamento
Del terzo comandamento, si ha un chiaro indizio già in della Genesi 2,2-3 “Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto”.
Esattamente ciò che, col terzo Comandamento, Dio ci chiede di fare, cessare ogni attività e di santificare le feste.
Dopo sei giorni di intenso lavoro, dopo una settimana in cui il mondo ha avuto tutta la nostra disponibilità, dunque, la domenica deve essere il giorno del Signore.
La domenica è la Pasqua della settimana, che ricorda il primo giorno dopo il sabato, in cui Cristo è risuscitato dai morti e ci ha proiettati verso una nuova vita; in cui ha vinto le tenebre eterne, ha sconfitto Satana ed ha portato a compimento le promesse delle Sacre Scritture, in merito al Regno di Dio, che l’umanità attendeva.
Ecco perché la domenica appartiene a Dio ed è un grave peccato non onorare la sua festa. La domenica deve essere il giorno in cui meditiamo il Mistero della nostra salvezza e ascoltiamo la Parola di Dio; il giorno in cui ci nutriamo del Corpo di Cristo, immolato e donato per tutti noi, e preghiamo intensamente, mentre riflettiamo sui momenti della nostra vita, che ci impediscono di amare a pieno il Signore e ci portano lontani da lui, a progettare qualcosa che appaghi solo il nostro innato egoismo.
La domenica ci serve per ringraziare il Signore di quanto ha fatto per noi, per contemplare il Creato come fece lui stesso, dopo averlo realizzato. Dice il Signore: “tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo”.
Antonella Sanicanti
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