Un’esistenza segnata dalla perdita e dal dolore quella di Gabriella Belotti: da piccola ha perso la madre, da ragazza il padre e quando aveva finalmente ricominciato a vivere pensando a costruire una famiglia con il suo amato Roberto, ha abortito naturalmente il bambino che portava in grembo e qualche mese dopo ha dovuto assistere alla morte del marito. La dipartita di Roberto è stata destabilizzante, Gabriella ha cominciato a bere, è entrata in uno stato depressivo ed ha persino tentato di suicidarsi per tre volte.
Proprio quando aveva toccato il fondo, quando pensava che sarebbe stato meglio porre fine alla sua sofferenza, qualcuno le ha mandato un segno. Un giorno quando ha pensato di essere impazzita poiché vedeva e sentiva il marito ovunque andasse, ma proprio quella sensazione l’ha portata alla salvezza: “La mia vita è stata segnata dal dolore. Dopo aver perso le persone a me più care, i miei genitori, mio marito Roberto, l’amore della mia vita, e nostro figlio, morto prima di nascere, ho pensato di impazzire. Ero in preda alla disperazione, ma Roberto non mi ha mai lasciata sola: ho cominciato a notare dei segni, che lui mi mandava e che mi hanno portato dalla Madonna di Medjugorje, dove ho trovato la pace e riscoperto Dio”.
Gabriella, che ha raccolto la sua storia in un libro intitolato ‘Tu sei qui!!!’, nel parlare di quel periodo di depressione spiega come è arrivata a capire che il marito le mandava dei segnali: “Iniziai a vedere dappertutto l’automobile di Roberto, a sentire il suo nome ovunque, a scorgere cuori di pietre e cuori di vetro. Imparai a decodificare questi segni, che divennero un linguaggio naturale e l’unica cosa che mi tennero viva. Sono i segni che poi mi hanno portato a Medjugorje”. Ormai convinta che il marito le parlasse attraverso dei segni, Gabriella aveva già abbandonato l’idea di porre fine ai suoi giorni, ma dentro avvertiva ancora quel senso di vuoto che, a parte brevi periodi, l’aveva accompagnata per tutta la vita.
Un giorno, mentre si trovava in Aeroporto ha compreso che per dare una svolta positiva alla sua vita doveva andare a Medjugorje: “All’aeroporto la mia attenzione è stata attratta da un libro che parlava della Madonna di Medjugorje: era datato Torino, dicembre 2008, ovvero la città natale di Roberto, il mese e l’anno della sua morte”. Giunta nel paesino bosniaco Gabriella ha finalmente conosciuto Dio, trovato la salvezza della sua anima e la pace dello spirito: “Mentre stavo salendo sulla collina del Podbro vidi una sagoma nella terra a forma di cuore, sentii una voce dirmi “È per te”, l’ho estratto e pulito dalla terra, era perfetto e sul retro aveva l’immagine di un agnello che scoprii qualche tempo dopo essere uguale a quello sotto la cupola della Chiesa di Rogno. Lo strinsi a me e piansi tra gioia e dolore, quel dolore che mi stava uccidendo lentamente. A un certo punto mi sentii leggera, impotente a ogni gesto e mi addormentai con la testa fra le mie ginocchia. Quando mi svegliai sentivo dentro il mio cuore una pace che non provavo da tempo”.
Adesso Gabriella è consapevole che l’infelicità provata era dovuta all’assenza di Dio nella sua vita e gira per l’Italia per portare la sua testimonianza: “Se avessi avuto Dio nel momento della disgrazia non avrei vissuto questo strazio, perché la nostra salvezza consiste nel ritornare a vivere con il Padre”.