Natuzza Evolo: quella croce di sangue apparsa il giorno della Cresima

Ricorrerà tra qualche giorno, l’anniversario della “morte apparente” di Natuzza Evolo, avvenuta nel 1940: durante quell’esperienza, la mistica vide i colori del Paradiso.

Natuzza Paradiso

Due eventi avvenuti nello stesso anno: tra il giugno e il luglio del 1940, la mistica calabrese Natuzza Evolo fu protagonista di due eventi miracolosi. Nella festività dei Santi Pietro e Paolo di quell’anno avvenne la materializzazione, sulla sua camicetta, di una Croce di sangue. Il secondo evento, quello di cui andremo a parlare, è accaduto il mese successivo, il 26 luglio di quell’anno. Negli anni immediatamente precedenti al conflitto mondiale, Natuzza vide, e raccontò nel dettaglio, ciò che vide in Paradiso.

Natuzza Evolo e la morte apparente

Come riporta La Gazzetta del Sud, la Vergine aveva iniziato a manifestarsi alla mistica sul finire degli anni Venti. Al tempo, la giovanissima Fortunata, venne a conoscenza, direttamente dalla voce di Maria, che il 26 di luglio avrebbe fatto la cosiddetta “morte apparente”. La giovane non sapeva, effettivamente, di cosa si trattasse, finché non ne fu protagonista.

L’esperienza di Natuzza

Il tutto accadde, nella data preannunciata, a Mileto, in provincia di Vibo Valentia, proprio dove la giovane mistica abitava. Natuzza, recatasi a casa della signora Alba, presso cui lavorava, cadde in un sonno profondo. Solo al suo risveglio, dopo lunghe “sette ore”, i suoi affetti più cari e i suoi padri spirituali vennero a conoscenza di quanto effettivamente era accaduto: Natuzza aveva raggiunto il Paradiso ed era pronta a testimoniare ciò che aveva visto.

“Mi ero trovata al cospetto di Gesù”

La prima sensazione che Natuzza dimostrò fu quella di tranquillità: in quel momento c’erano persone che urlavano, temevano, avevano paura, lei, invece, era contenta: “Fu così che mi addormentai”, testimonierà poi. Natuzza ha poi spiegato di essersi trovata “in un posto bellissimo, che era come una cupola, ma largo, largo, largo e rotondo come una piazza”. Natuzza, come ella stessa ha riferito, si era trovata “al cospetto di Gesù”.

Quella luce meravigliosa, mai vista

Fu proprio in quell’occasione, che la mistica vide “una luce meravigliosa che faceva mille colori, bellissima”. Trovatasi in quel meraviglioso luogo, vide Gesù che predicava. Tutti, in quell’occasione, attorno a lei, pregavano. Infatti, Natuzza non era sola: “c’era tanta gente, quattro, cinque file di centinaia di persone, piccoli e grandi sollevati da terra e a cerchio”. In quel meraviglioso luogo, avvolte da una interminabile luce, c’erano molte anime che pregavano.

Natuzza
Natuzza Evolo

Un’esperienza segnante

Quella della morte apparente fu, per la mistica calabrese, un’esperienza fortemente segnante: ricordò spesso durante le sue testimonianze, di quell’esperienza, definendo quel giorno come “il più bello” della sua vita. Nonostante le difficoltà che la mistica dovette affrontare a causa delle sue esperienze (si pensi al fatto che fu sottoposta più volte a controlli psichiatrici, perché sospettata di isterismo), Natuzza mai si lamentò. Piuttosto, la mistica volle accompagnare quelle sofferenze con la preghiera costante, affidando la sua anima alle braccia di Gesù e di sua Madre Maria.

Fabio Amicosante

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