La grande testimonianza del Capitano Ultimo: “Nel povero si guarda in faccia Gesù. Donarsi a chi ha bisogno è una preghiera recitata senza accorgersene”
“Lo spirito di umanità è il pronto soccorso per combattere l’avidità e l’egoismo”, ha affermato il militare parlando al quotidiano online Interris. Il Capitano Ultimo ha combattuto Cosa Nostra, catturato Totò Riina, ricevuto dalla stessa organizzazione criminale una condanna di morte. Allo stesso tempo, non perde mai occasione di dedicarsi al prossimo, nel volontariato per i bambini abbandonati alla vita di strada.
La fede del Capitano Ultimo e il servizio disinteressato al prossimo
Come ha raccontato al quotidiano Interris, il militare, al secolo Sergio De Caprio, ha sempre avuto la fede come faro del suo cammino di vita. “La fede è sempre stata un punto fermo nella mia vita“, ha detto Ultimo. “Fin dall’infanzia il mio è stato un mondo di case popolari, comunità, parrocchie”, ha spiegato, parlando di “un mondo di case popolari, comunità, parrocchie”, che rappresenta quell’Italia del fattore identitario che supera il Paese delle fazioni”.
Quella del Capitano Ultimo è perciò una testimonianza esemplare, fatta di abnegazione, di fede nel Signore e di servizio disinteressato al prossimo. Grazie al quale è possibile conoscere il vero sapore di una vita piena, rivolta a un bene che non è certamente di questa terra, ma del cielo.
Ultimo: “Donarsi ai bisognosi è preghiera recitata senza accorgersene”
“In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me“, è scritto nel Vangelo di Matteo, 25-40. Il Capitano De Caprio queste parole ha dimostrato di averle scolpite nel cuore, fin dalla sua lotta alla criminalità organizzata. Un servizio al prossimo che oggi si incarna nel semplice aiuto ai più piccoli e deboli. Persone nelle quali il militare vede il volto di Cristo.
“Praticare la cultura del dono ci consente di trovare segni di Vangelo e testimonianze di fede nel servizio al disagio del prossimo. Nel povero si guarda in faccia Gesù. Donarsi a chi ha bisogno è una preghiera recitata senza accorgersene”, ha infatti spiegato.
La fede è darsi ai più fragili: la testimonianza del Capitano Ultimo
“La fede è darsi sulla strada ai più fragili e indifesi“, ha continuato il militare. E’ il donarsi mettendosi in ascolto di coloro che incontriamo sulla nostra via. Ho imparato il valore del dono di sé dalla fede nitida di frati mendicanti che proseguivano la loro missione nonostante malattie gravi come un tumore”.
Il militare si è poi espresso anche a riguardo del periodo di emergenza che l’Italia sta vivendo, in relazione alla pandemia. La sua opinione è che “l’abbandono è il miglior alleato del virus”, e che, come disse Papa Francesco, “siamo tutti sulla stessa barca“. Proprio per questo, quello che emerge dalla sua testimonianza è il bisogno di farsi carico del dolore del prossimo, proprio come Cristo si è preso sulle sue spalle quello di tutta l’umanità. Per donare loro la Salvezza eterna.
“Ho rintracciato Cristo nell’ombra del disagio psichiatrico di chi, non avendo nulla da regalare, ha voluto darmi il suo mandolino. Tutto ciò che possedeva”, ha raccontato ancora De Caprio. “È la fede della strada. La vita è un cammino nell’umanità. E’ così che ho capito che voler bene ai poveri è un tesoro che dura tutta la vita”.
Giovanni Bernardi