L’ammonizione del cardinale Bassetti dopo la tragica vicenda di Palermo. I rischi di invasività di certi social vanno affrontati per i più piccoli.
Il presidente della Cei nel corso dell’omelia della messa per San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, è entrato nel merito della tragica vicenda della piccola Antonella, di dieci anni, che ha perso la vita, pare, a causa di un gioco criminale originato sul social TikTok. “E’ fortissimo il senso dell’imitazione e se si crea la figura dell’eroe o il senso di competizione, possiamo avere dei risultati drammatici”, ha spiegato Bassetti.
I rischi dei minori sui social di cui non si può tacere
D’altronde, purtroppo ad oggi vige una sorta di silenzio generale sui rischi che i minori, i più piccoli e deboli, possono incontrare sui social network. Ogni giorno infatti milioni di bambini si connettono con chiunque in rete e di conseguenza sono esposti alle grinfie dei più malintenzionati.
Il povero papà della bambina ha tragicamente confessato che lui non si rendeva assolutamente conto di nulla rispetto a quanto stava accadendo. Addirittura, si può immaginare con che stato d’animo distrutto, ha ammesso che lui stesso ha consegnato la cintura alla bimba, ignaro di quanto stesse per accadere.
Le difficoltò dei giovani nella pandemia
Nel mezzo della pandemia, dove i giovani sono anche costretti a rinunciare ad alcuni degli anni più belli della loro esistenza, tutto questo assume un peso ancora maggiore, e ancor più tragico. Per questo Bassetti ha rivolto un “pensiero paterno” a questi ragazzi, parlando delle loro rinunce, ed entrando infine anche nel merito della triste vicenda di Tiktok, che ora è al vaglio del garante della privacy, intenzionato a introdurre il divieto di accesso per i minori e l’obbligo di verifica autentica dell’identità di chi partecipa.
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“Credo che a certi social debba essere consentito l’accesso a cominciare dai 14-15 anni, a 8-10 anni è deleterio”, è l’affermazione netta del cardinale. “A 10 anni è fortissimo il senso dell’imitazione e se si crea la figura dell’eroe o il senso di competizione, possiamo avere dei risultati drammatici come è successo”.
Giovanni Bernardi