Cosa vuol dire avere il timore di Dio?
Questo bellissimo testo è giunto alla chat della pagina Facebook de La luce di Maria ed esprime un concetto molto importante, in merito al senso che ogni cristiano dovrebbe avere del timore di Dio.
Volgiamo riportare qui il testo e condividerlo con tutti voi, ringraziando chi ce lo ha fatto pervenire e, ovviamente, l’autore, a noi sconosciuto.
Come “imparare” il timor di Dio
“Beato l’uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie” (Sal 127, 1). Ogni volta che nella Scrittura si parla del timore del Signore, bisogna tener presente che non si trova mai da solo, come se per noi bastasse alla completezza della fede, ma gli vengono aggiunti o anteposti molti altri valori. Da questi si comprende l’essenza e la perfezione del timor di Dio, come sappiamo da quanto è detto nei Proverbi di Salomone: “Poiché se invocherai l’intelligenza e chiamerai la saggezza, se la ricercherai come l’argento e per essa scaverai come per i tesori, allora comprenderai il timore del Signore” (Pro 2, 3. 4).
Vediamo da ciò per quanti gradi si arriva al timore di Dio. Anzitutto, chiesto il dono della sapienza, si deve affidare tutto il compito dell’approfondimento al dono dell’intelletto, con il quale ricercare e investigare la sapienza. Solo allora, si potrà comprendere il timore del Signore. Certamente, il modo comune di ragionare degli uomini non procede così circa il timore. Infatti, il timore è considerato come la paura che ha l’umana debolezza, quando teme di soffrire ciò che non vorrebbe gli accadesse. Tale genere di timore si desta in noi con il rimorso della colpa, di fronte al diritto del più potente, o all’attacco del più forte, a causa di una malattia, per l’incontro con una bestia feroce o, infine, per la sofferenza di qualsiasi male”.
Il timore di Dio, dunque, non ha nulla a che fare con le paure che umanamente possiamo temere, ma con il rispetto che riusciamo ad avere per la legge del Signore, che vuole istruirci per il bene. Continua l’autore:
“Non è questo il timore che qui si insegna, perché esso deriva dalla debolezza naturale. In questa linea di timore, infatti, ciò che si deve temere non è per nulla oggetto e materia di apprendimento, poiché le cose temibili si incaricano da se stesse a incutere terrore. Del timore del Signore, invece, così sta scritto: “Venite, figli, ascoltatemi, vi insegnerò il timore del Signore” (Sal 33, 12). Dunque, si impara il timore del Signore, perché viene insegnato. Questo genere di timore non sta nello spavento naturale e spontaneo, ma in una realtà che viene comunicata come una dottrina. Non promana dalla trepidazione della natura, ma lo si comincia ad apprendere con l’osservanza dei comandamenti, con le opere di una vita innocente e con la conoscenza della verità.
Il timore di Dio chiama all’amore per Dio
Per conto nostro, il timore di Dio è tutto nell’amore e l’amore perfetto perfeziona questo timore. Il compito proprio del nostro amore verso Dio è di ascoltarne gli ammonimenti, obbedire ai suoi comandamenti, fidarsi delle sue promesse. Ascoltiamo, dunque, la Scrittura che dice: “Ora Israele, che cosa ti chiede il Signore tuo Dio, se non che tu tema il Signore tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu ami e serva il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, perché ne venga bene a te?” (Dt 10, 12).
Molte poi sono le vie del Signore, benché egli stesso sia la via. Ma quando parla di se stesso si chiama via, dando anche la ragione per cui si chiami così: “perché nessuno può venire al Padre se non per me” (Gv 14, 6). Bisogna dunque porsi il problema delle molte vie possibili e ponderare molti elementi perché edotti da molte ragioni, possiamo trovare quell’unica via della vita eterna che fa per noi.
Vi sono, infatti, vie nella legge, vie nei profeti, vie nei vangeli, vie negli apostoli, vie anche nelle diverse opere dei maestri. Beati coloro che camminano in esse col timore di Dio”.
E come dice la liturgia delle ore (RESPONSORIO Cfr. Sir 2, 16; Lc 1, 50):
- Quelli che temono il Signore cercano di piacergli; coloro che lo amano si saziano della sua parola.
- Di generazione in generazione si stende la sua misericordia su quelli che lo temono;
- e coloro che lo amano si saziano della sua parola.
Antonella Sanicanti
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