Il ministro degli Esteri Moavero si è attivato per permettere a Menoona, la ragazza costretta a rimanere in Pakistan dal padre per punizione, di fare ritorno in Italia. Così, oggi la giovane è tornata nel nostro Paese.
Disperata per la punizione inflittagli dai genitori per aver sposato un uomo che loro non accettavano, Menoona Safdar (23 anni), aveva mandato una richiesta d’aiuto all’istituto scolastico che frequentava a Monza tramite una lettera. Su questa si leggeva di come il padre e la madre l’avessero convinta a tornare in Pakistan per trovare dei parenti, dicendole solamente quando si trovavano nel Paese natio che sarebbe rimasta lì per punizione. Il crudele espediente punitivo è stato ideato dai genitori quando la giovane ha deciso di continuare gli studi in Italia per trovare un lavoro e permettere al suo compagno di raggiungerla in Italia, piuttosto che contrarre matrimonio combinato con un uomo che nemmeno conosceva e che avrebbe potuto mantenerla.
Privata dei documenti e senza amici o parenti che le potessero dare una mano, Meoona ha pensato che l’unico modo per fuggire dalla punizione dei genitori potesse essere contattare l’istituto scolastico in cui studiava. Il suo appello è stato immediatamente accolto dai dirigenti scolastici, i quali hanno denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine. Oggi il ministro degli Esteri Moavero ha annunciato con grande soddisfazione che la ragazza pakistana è tornata in Italia ed è stata posta fine ad una grave violazione dei diritti di questa giovane donna.
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Proprio l’interessamento del ministro è stato fondamentale per la positiva conclusione della vicenda. Messo a conoscenza dell’accaduto, Moavero ha contattato la Farnesina e l’ambasciata di Islamabad (con la quale c’è un ottimo rapporto) e coordinato insieme a loro le ricerche ed il ritorno in Italia della giovane pakistana. La positiva conclusione di questa vicenda dimostra come l’Italia ci tenga ad offrire asilo alle persone che ne hanno bisogno. I primi mesi di questo governo, con la dura linea contro l’immigrazione avevano infatti messo in dubbio che si pensasse al benessere delle persone in difficoltà, ma come dimostrato dalla storia di Meoona, se vengono riconosciute violazioni dei diritti, condizioni di vita a rischio, il governo non si tira indietro.
Intervistata da ‘Ansa’, il giorno seguente al suo ritorno in Italia, Menoona si è detta felice ed ha spiegato che il viaggio di ritorno è stato sereno. Ciò nonostante la notte non è riuscita a prendere sonno, troppe le emozioni provate durante il giorno: “Questa notte ho dormito in albergo, vicino all’aeroporto di Malpensa. Nessuno è venuto a prendermi. Ho dormito poco, ero molto agitata ma il viaggio di ritorno è andato bene”. Ai microfoni dell’agenzia di stampa poi ha spiegato che l’incontro con i genitori non è andato bene e non la riaccoglieranno in casa, motivo per cui la ragazza verrà ospitata in una comunità la cui locazione rimarrà segreta per proteggere la sua privacy e la sua vita da ulteriori ingerenze.
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Luca Scapatello
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