Oggi c’è chi persegue un’ideologia inquietante e pericolosa, il “transumanesimo”, che punta a ibridare o sostituire l’uomo con una macchina.
Tuttavia, è nella natura dell’uomo desiderare il paradiso. Ma è conseguenza del suo peccato la volontà di crearlo nella maniera sbagliata, costruendo un superuomo o viaggiando fino alle stelle. Perché ci si dimentica degli insegnamenti di Gesù, Via Verità e Vita, che ha indicato all’umanità la strada per la salvezza e per la vita eterna, nel vero Paradiso.
Elon Musk, il fondatore di Tesla e SpaceX, alcune settimane fa ha presentato i sensori di Neuralink, la sua società di IA applicata alla medicina. La sua idea è quella di installare questi sensori nella scatola cranica di un essere umano.
L’obiettivo, quello di curare paralitici, ciechi e malati mentali. Si tratterebbe, ad esempio, per chi ha perso ad esempio l’uso di un arto, di ricollegare il segnale elettrico dal cervello a quel punto del corpo. Segnale che nel caso della disabilità è assente.
Musk ha già realizzato numerosi progetti oltre il “limite“, dalle missioni nello spazio (l’imprenditore afferma di volere portare l’uomo su marte) alle auto elettriche senza pilota, passando per tunnel sotterranei ad alta velocità. Neuralink è una società di intelligenza artificiale applicata alla medicina, fondata da lui stesso quattro anni fa, e che oggi possiede un centinaio di dipendenti.
Questi sensori sarebbero grandi come una moneta e dovrebbero essere installati nella scatola cranica di un essere umano. Al di là della portata propagandistica del progetto, volta ad accreditarsi come un pioniere delle nuove tecnologie di fronte agli investitori finanziari, l’idea è tuttavia molto preoccupante dal punto di vista etico e morale.
Se infatti l’intenzione è di risolvere problemi come la cura di ciechi, paraplegici, o di perdita di memoria, insonnia, dipendenza, ansia, l’altro lato della medaglia ci parla di convinzioni ben più inquietanti. Ovvero quella di credere di poter nientemeno che fondere intelligenza umana e artificiale per arrivare a creare una sorta di superuomo, o meglio, di un uomo transumano.
Vale a dire che il potenziamento delle capacità cerebrali dell’individuo, ciò che Musk punta a realizzare, dovrebbe fare in modo che l’uomo sia capace di tenere testa all’intelligenza artificiale, da lui stesso creata, ma che rischierebbe di scavalcarlo. È il caso cioè del famoso punto di “singolarità tecnologica“.
Alcuni dei robot presentata dal Tesla e SpaceX sono infatti capaci, ad esempio, di eseguire operazioni anche chirurgiche complicatissime e senza errori. Potrebbe collocare questi sensori della corteccia cerebrale di una persona senza nemmeno l’anestesia.
Tutto ciò ha a che fare con il cosiddetto sogno “transumano”. Un termine sotto cui sono comprese anche scoperte scientifiche positive in campo medico, ma anche scenari al limite del fantascientifico, e da vero incubo. Che pongono domande importanti su cosa sia l’uomo, e cosa lo si voglia diventare oggi, nella nostra società.
Il termine transumanesimo venne coniato nella prima metà del novecento dal biologo Julian Huxley. Nella sua idea, in parte paranoica e allucinatoria, parlava di una specie umana che in futuro avrebbe trasceso molti dei suoi limiti. Una visione molto in linea con il Superuomo di Nietzsche, o con l’idea di razza ariana che si stava delinando in seno al nazismo e nella mente di Adolf Hitler.
Alla fine del novecento, però, questa idea terribile e da incubo è stata presa sul serio da alcuni uomini, tanto da fondare la World Transhumanist Association, cioè l’associazione mondiale dei transumanisti. Un movimento che aveva, e ha tutt’ora, l’idea centrale di voler costruite una presunta evoluzione umana attraverso la scienza.
Dal punto di vista filosofico, nasceva sempre in quegli anni l’idea di postumanesimo, ovvero la condizione transumana ma non dei singoli, piuttosto dell’intera famiglia umana. Come dovrebbe accadere tutto ciò? Grazie alle potenzialità della scienza, e alla capacità degli scienziati di modificare la biologia umana. Ma senza pensare in alcun modo alle conseguenze etiche di tutto ciò.
L’idea è quella di costruire i cosiddetti cyborg, robot a lungo rappresentati nei film di fantascienza e che ora sono entrati nei programmi di ricerca scientifica. Macchine che eseguono operazioni prima in carico all’uomo, o alcune prettamente umane. Al punto da riparare organi rovinati, modificare aspetti del corpo, potenziando alcune caratteristiche personali.
Una visione del mondo che non si pone alcuna domanda o scrupolo sulla bontà o meno di ciò che teorizza, ma che pensa semplicemente che se la scienza è capace di fare una cosa, allora la si può fare. Come dire che se esiste la bomba atomica, allora è bene che questa venga sganciate in terra contro qualcuno.
Ad esempio, si prende per buona l’idea che l’essere umano semplicemente “abbia un corpo”, piuttosto che invece “sia un corpo”. Per questo, l’uomo potrebbe manipolare a proprio piacimento il proprio corpo senza pensare alle conseguenze. Un altro errore che viene fatto, è quello di pensare che portando al massimo la potenza e la bellezza del proprio corpo si possa giungere alla felicità.
Un’idea assolutamente fasulla, egocentrica e narcisa, che mostra la fallacia di chi auspica un uomo “transumano”. Oltre che l’inquietudine di una ricerca che punta a superare l’essere umano in favore di un soggetto a metà tra uomo e macchina. Una terra promessa che tuttavia è solamente un nuovo incubo, proprio come quelli che abbiamo visto nel caso dei totalitarismi del novecento. O forse molto peggio. E che ancora non è stato affatto compreso.
Pensare di cercare il paradiso viaggiando su altri pianeti è solamente un’illusione che costerà cara all’umanità, se continuerà a perseguirla. Il Paradiso è ciò che ci aspetta dopo la vita, nel momento in cui ascolteremo le Parole del Figlio di Dio, Gesù, e le metteremo in pratica, portando su questa terra l’opera del Creatore. Impegnandoci ogni giorno per la costruzione del suo Regno su questa terra.
Giovanni Bernardi
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