Ci prepariamo, con il seguente triduo, a celebrare la memoria liturgica di San Francesco di Paola, fondatore di numerosi eremi.
San Francesco, nato a Paola (Cosenza) nel 1416, rappresentò un grande esempio di Santità e di vita eremitica. Possiamo datare al 1436 la fondazione di un primo nucleo di quello che diverrà in futuro l’Ordine dei Minimi. L’ordine fondato dal Santo si caratterizza principalmente per la sua spiritualità penitenziale e per la dedizione alla predicazione. Quella del Santo di Paola era una predicazione incentrata principalmente sulla difesa degli oppressi, dunque rivolta il più delle volte ai potenti, anche con toni accesi. La fama di santità accompagnò la vita eremitica di San Francesco. Fu infatti canonizzato il 1° maggio del 1519, a soli dodici anni dalla sua morte.
La vita di San Francesco di Paola fu arricchita da grandi dimostrazioni della presenza di Cristo. Attraverso una serie di miracoli, attribuiti al Santo, la fama di santità di Francesco crebbe fin da prima del suo ritorno al Padre. Nel Santuario di Paola, nella zona comunemente conosciuta come “zona dei miracoli” è possibile entrare in contatto con l’edicola della Cucchiarella. Si tratta di una sorgente d’acqua che, come leggiamo dal sito ufficiale del Santuario “il Santo fece sgorgare con il tocco del suo bastone e in cui risuscitò la trota Antonella”.
La storia che si cela dietro la miracolosa fonte ha a che fare con gli eventi miracolosi del Santo. Ma i prodigi legati alla fonte hanno oltrepassato la storia, infatti l’acqua della sorgente mantiene sempre lo stesso livello, anche oggi. Anche quando, nel 1806, i francesi cercarono di prosciugarla, l’acqua rientrò esattamente allo stesso livello di prima. Ad oggi, la fonte, facente parte del Santuario, è meta di pellegrinaggi, con una moltitudine di fedeli che giungono in loco, per contemplare i luoghi del Santo Francesco.
O specchio di penitenza, o eroe dei secoli, o gran Taumaturgo di Paola, ogni passo che deste nel mondo, fu un prodigio di gloria, fu un lampo di consolazione ai mortali. Anch’io, bersaglio di tanti castighi, vittima di tanti affanni cui provocarono i miei peccati, a voi ricorro umilmente per aver conforto e salvezza. Deh! Parlate per me con Giuseppe e con Maria perché accolgono una volta i voti e le lacrime di un infelice. Essi a voi nulla negano, che foste sempre sì amato sì prediletto. La grazia per tanto è nelle vostre mani; da voi dipende interamente ed io da voi ansiosamente l’attendo (fonte: MiryS).
Padre nostro; Ave Maria; Gloria al Padre
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Fabio Amicosante
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