Il seguente triduo ci accompagna verso la celebrazione del 21 gennaio, memoria liturgica di Sant’Agnese, che ricevette la palma del martirio per la sua forte fede e il suo innato pudore.
Spesso, nell’iconografia cristiana, Sant’Agnese è raffigurata con in braccio un agnello, simbolo del candore e del sacrificio. Quest’antica raffigurazione ci porta alle circostanze del suo martirio. Sappiamo infatti che, a seguito di rifiuto di idolatrare le divinità pagane, la Santa fu condannata al rogo. Ma la mano di Dio intervenne e le fiamme si divisero sotto il suo corpo, senza lambirlo in alcun modo. A seguito di tale miracolo, Agnese fu trafitta da un colpo di spada alla gola, subendo dunque la stessa sorte dell’agnello immolato.
Ce lo racconta la storia: il figlio del prefetto romano si era invaghito della giovane Santa, che al tempo aveva solo 12 anni. Ma Agnese, che aveva fatto voto di castità e conservava il desiderio di immolare la propria virtù a Dio, respinse il ragazzo che, infuriato, si lamentò con suo padre. Questo coraggioso gesto, insieme al suo rifiuto di rinnegare la fede in Dio, hanno portato la Santa dapprima sul rogo e, successivamente, a subire il martirio attraverso la spada.
O Santa Agnese, martire invitta, per quella ferma speranza che avesti nell’aiuto divino, quando condannata dall’empio preside romano a veder macchiato il giglio della tua purezza, non ti sgomentasti poiché eri fermamente abbandonata alla volontà di quel Dio che manda i suoi Angeli per proteggere quelli che in Lui confidano, con la tua intercessione ottienici da Dio la grazia di custodire gelosamente la purezza affinché ai peccati commessi non aggiungiamo quello abominevole della diffidenza nella Misericordia divina.
Gloria al Padre
O ammirabile Sant’Agnese,
quale grande esultanza provasti quando alla tenerissima età di tredici anni,
condannata da Aspasio ad essere bruciata viva,
vedesti le fiamme dividersi intorno a te,lasciarti illesa ed avventarsi invece contro quelli che desideravano la tua morte!
Per la grande gioia spirituale con cui ricevesti il colpo estremo,
esortando tu stessa il carnefice a conficcarti nel petto
la spada che doveva compiere il tuo sacrificio,
ottieni a tutti noi la grazia di sostenere con edificante serenità tutte le persecuzioni
e le croci con cui il Signore volesse provarci
e di crescere sempre più nell’amore a Dio per suggellare con la morte dei giusti
una vita di mortificazione e sacrificio.
Amen.
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Fabio Amicosante
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