Con il seguente triduo, ci prepariamo alla celebrazione del 15 ottobre, memoria liturgica di Santa Teresa d’Avila, conosciuta anche come Santa Teresa di Gesù. Teresa d’Avila fu proclamata Dottore della Chiesa nel 1970.
Santa Teresa d’Avila (1515 – 1582) rappresenta una delle figure più distinte nella storia del Cristianesimo, per la sua imponente opera riformatrice all’interno dell’Ordine Carmelitano. La Santa fu monaca per oltre vent’anni nel monastero dell’Incarnazione di Avila (Spagna). La svolta, nella sua personale esperienza al Carmelo, avvenne intorno ai quarantacinque anni, quando concepì e attuò la riforma che prese il suo nome. Non fu certo una scelta facile: la riforma che la Santa sostenne, andò incontro a molte tribolazioni, che ella superò con la preghiera e la sua forza d’animo.
Intorno all’estate del 1536, Santa Teresa d’Avila espressa la volontà di entrare in monastero, presso le Carmelitane dell’Incarnazione di Avila. La risposta di suo padre non fu alquanto incoraggiante, egli non avrebbe mai accettato l’ingresso di sua figlia in convento. Nulla però vietò alla giovane Teresa di assecondare la sua vocazione e di intraprendere la strada del Carmelo. Teresa decise di fuggire di casa e fu accolta dalle monache. La Santa, tuttavia, faticò ad arrivare a quella che lei chiama la sua seconda conversione, all’età di 39 anni. Una grande spinta spirituale l’ebbe grazie all’incontro con alcuni direttori spirituali.
Santa Teresa d’Avila, illuminata dal Signore, pensò ad una riforma del Carmelo, la principale idea era quella di ritornare al sorgere di quella primitiva regola carmelitana, che a quel tempo sembrava un lontano ricordo. Così, il 24 agosto del 1562, ebbe inizio la fondazione di San Giuseppe, primo monastero riformato. San Giuseppe nacque tra mille difficoltà: l’idea di riforma non era stata accolta di buon grado dalle consorelle. Le controversie terminarono nel febbraio del 1563 e Teresa poté finalmente dedicarsi al nuovo monastero, scrivendone le Costituzioni.
Secondo la nuova regola, la giornata iniziava in coro. Dopo una prima ora di preghiera in coro , si recitava l’ufficio, poi la refezione alle dieci. Seguivano i vespri, la compieta e poi le monache si ritiravano in stanza per pregare. Come si nota, la preghiera era fulcro e parte fondamentale della vita monastica, quella stessa preghiera che la Santa definì “un rapporto d’amicizia, un trovarsi frequentemente con chi sappiamo che ci ama”.
Dolcissimo Signore nostro Gesù Cristo, vi ringraziamo del dono elargito alla vostra diletta S.Teresa, della tenera devozione alla vostra Madre dolcissima Maria, ed al vostro padre putativo S. Giuseppe; e per i meriti vostri e di questa vostra Santa Sposa Teresa vi preghiamo di darci la grazia d’una speciale e tenera devozione verso la nostra Madre Celeste Maria SS. ed il nostro grande protettore S. Giuseppe.
Padre Nostro; Ave Maria; Gloria al Padre
O Santa Teresa, che attraverso la tua costanza nella preghiera, raggiungesti le più alte vette della contemplazione e sei stata additata dalla Chiesa quale maestra di orazione, ottienici dal Signore la grazia di imparare il tuo stile di preghiera per poter raggiungere come te quell’intimo rapporto di amicizia con Dio dal quale sappiamo di essere amati.
Fabio Amicosante
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