Significato del triplice segno della croce alla lettura del Vangelo?
Sapete perché si fa il triplice segno della croce, sulla fronte, sulla bocca e sul cuore, prima che il sacerdote, durante la Santa Messa, proclami il Vangelo?
Il quel momento, molti fedeli, preparandosi all’ascolto della Parola di Dio, di quel giorno, ripetono tra se e se: “Che la tua Parola, Signore, sia nella mia mente, esca dalle mie labbra e resti nel mio cuore”.
Il triplice segno della croce è di origine franca o germanica, probabilmente, e fu adottata dal rito romano tra l’800 e l’anno 1000.
Non si conoscono le origini specifiche di questo significativo rituale, che richiama, senza dubbio, l’attenzione sulla Trinità, ma si pensa che sia nato dall’imitazione che i fedeli potevano fare di alcuni gesti del sacerdote, per meglio seguire e imparare come comportarsi, durante la Santa Messa.
Quel gesto ha, a tutti gli effetti, la stessa valenza del segno della croce, ossia è una professione di fede nella Trinità e nella redenzione attraverso Gesù crocifisso.
Prima di proclamare il Vangelo, dunque in quel preciso momento, il sacerdote, chinatosi davanti all’altare, ripete silenziosamente: “Purifica il mio cuore e le mie labbra, Dio onnipotente, perché possa annunziare degnamente il tuo Vangelo”.
Se a leggere è un diacono, il sacerdote dirà: “Il Signore sia nel tuo cuore e sulle tue labbra, perché tu possa annunziare degnamente il suo Vangelo: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
Dopo il Vangelo, il celebrante bacia le Sacre Scritture e ripete: “Le parole del Vangelo cancellino i nostri peccati”.
Il triplice gesto della croce, sulla fronte, sulla bocca e sul cuore, fortifica queste invocazioni e chiede al Signore di benedire la nostra mente, perché comprenda la Parola, il nostro cuore, perché ne sia degna dimora e ci renda capaci di annunciare a tutti la rivelazione del Vangelo, come i celebranti, in quel particolare momento.
Ed è così che Cristo viene ad abitare e ad agire attraverso di noi.
Antonella Sanicanti