Il paese è sconvolto, incredulo davanti a una tragedia incomprensibile, un gesto estremo compiuto da una persona sempre cordiale e gentile. Don Adrian Cristinel Bulai, parroco di Bevilacqua e Marega, è stato rinvenuto ieri mattina impiccato nella sua camera da letto. A trovare il corpo sono stati due parrocchiani, che lo erano andati a cercare allarmati per la sua assenza a Marega, dove avrebbe dovuto celebrare messa alle 8.30. I due hanno subito allertato i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Legnago, che hanno inviato una pattuglia della stazione di Minerbe, giunti sul posto alle 9.30. Gli accertamenti ieri sera erano ancora in corso, mentre sono stati posti sotto sequestro i locali della canonica, anche se non sono stati riscontrati segni di effrazione. Il parroco non ha voluto lasciare alcun biglietto per spiegare il suo gesto, compiuto proprio alla vigilia della ricorrenza del patrono del paese, Sant’ Antonio.
Don Adrian, 43 anni, originario della Romania, era arrivato a Bevilacqua nel 2011 per sostituire don Luigi Anoardo, che aveva lasciato la guida della parrocchia per motivi di salute. Dopo una iniziale freddezza da parte della gente del paese, in poco tempo era riuscito a conquistare i propri parrocchiani ed era ben voluto da tutti. «Mai avremmo pensato ad un gesto simile, siamo senza parole», ripetono i residenti, che vedendo in mattinata un’ambulanza subito si erano preoccupati pensando ad un malore. E il gesto rimane ancor più un mistero se si pensa a com’era don Adrian. Un parroco che ogni mattina usciva di casa e incontrava i propri parrocchiani nel cortile della canonica, che organizzava eventi e feste nelle parrocchie di Bevilacqua e Marega, che partecipava agli eventi culturali del paese. Insomma, una persona che viveva la propria comunità e che, apparentemente, non aveva problemi.
Eppure, secondo alcuni residenti, negli ultimi giorni don Adrian sembrava turbato. In occasione della festa del Santo patrono, infatti, aveva organizzato una grande festa, con una messa concelebrata da tutti i sacerdoti che hanno prestato servizio a Bevilacqua, cui sarebbe dovuta seguire una cena nel ricreatorio parrocchiale. Invece, nella messa serale di sabato, don Adrian aveva annunciato che la festa era stata annullata a causa dei pochi iscritti e di incomprensioni con gli organizzatori. Un evento di poco conto ma che, forse, potrebbe aver agito da concausa nella decisione di don Adrian di togliersi la vita.
La salma, in un primo momento trasferita nelle celle mortuarie di Negrar e messa a disposizione delle autorità, già nel pomeriggio è stata consegnata alla famiglia, su disposizione del pm Giuseppe Pighi. A ricevere il corpo sono stati il fratello don Emanuele, sacerdote anche lui accorso in tutta fretta da Napoli, e la sorella, residente invece a Verona. «È una grande tragedia e non c’è nulla da aggiungere», ha commentato il sindaco Fosca Falamischia, decisa a proclamare il lutto cittadino nel giorno del funerale. Nato in Romania da genitori romano-cattolici e ottavo di nove figli, don Adrian nel 1991 era entrato con il fratello Emanuele nel seminario minore dei Frati Conventuali a Roman. Dopo aver preso i voti temporali ed il noviziato, si era iscritto alla facoltà di Teologia della città, un istituto affiliato alla Pontificia Facoltà di Teologia San Bonaventura di Roma. Era stato ordinato sacerdote nel 2000 e nel 2002 si era laureato in Teologia. Nel 2004 si era trasferito nella diocesi di Verona. Inizialmente nominato vice parroco di Caprino Veronese e Lubiara, nel 2005 era diventato parroco della Beata Vergine di Borgo Nuovo. Nel 2007 era stato trasferito a Novaglie di Valpantena e nel 2009 era diventato parroco di Fane, Torbe, Prun e Mazzano di Valpolicella.