Per settimane lo si è accusato di essere un violento sobillatore di popolo. Contro ogni pregiudizio o strumentalizzazione, il presidente uscente americano Donald Trump ha colto tutti di sorpresa.
Oggi c’è stato infatti il passaggio di consegne alla Casa Bianca, con l’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti, il democratico Joe Biden. Nel contesto di riconteggio dei voti, e di grande insoddisfazione del popolo americano, da settimane i media hanno apertamente accusato Trump di essere un sobillatore di popolo, un aizzatore di rivolte violente.
Specialmente dopo quello che è successo nelle settimane scorse, con “l’assalto” di alcuni militanti ai palazzi di Capitol Hill, che ha provocato 4 morti e 52 arrestati. Quasi tutti i media, all’unisono, hanno attribuito a Trump quanto accaduto. Ma quella che è arrivata oggi è stata una risposta chiara e spiazzante, come nello stile del presidente uscente, che ha smentito categoricamente ogni ricostruzione di questo tipo.
L’ex presidente Trump ha chiesto di pregare per il successo dell’amministrazione Biden.
Nel suo discorso di addio, divulgato attraverso un video dalla Joint Base Andrews, nel Maryland Donald Trump ha anche messo in luce un fatto che a molti sarà passato inosservato, ma che purtroppo è incontrovertibile e la dice lunga su tanti aspetti della realtà che non sempre combaciano con pregiudizi e comunicazioni strumentali.
Vale a dire il fatto che Trump è stato il primo presidente che da decenni a questa parte ha chiuso il suo mandato senza guerre. Oltre a questo, Trump ha chiesto all’intero Paese e ai suoi sostenitori di pregare per gli Stati Uniti, e di conseguenza anche per il successo dell’amministrazione guidata dal suo diretto rivale alle ultime elezioni, vale a dire il neo-presidente Joe Biden.
“Mentre mi preparo a passare il potere a una nuova amministrazione, a mezzogiorno di domani, voglio che sappiate che il movimento che abbiamo avviato è solo all’inizio”, è quanto ha tuttavia affermato il presidente uscente. Che, entrando nel merito dei tragici fatti recenti, ha dichiarato: “Tutti gli americani sono rimasti sconvolti dall’assalto al nostro Congresso. La violenza politica è un attacco a chiunque ami l’America e non può essere mai tollerata”.
Tuttavia, il discorso di addio di Trump è sembrato, in realtà, solamente un arrivederci. “Ci rivedremo presto”, ha commentato. “Sono stati quattro anni incredibili. Sviluppare un vaccino in 9 mesi è stato un miracolo medico“, è un altro passaggio del suo intervento. Tra le altre cose, il tycoon ha anche rivendicato la fermezza del suo operato contro la Cina, che è servito a contrastare come non mai lo strapotere di un Paese che, ancora più dopo la crisi del Coronavirus, si prospetta di essere la più grande potenza economica globale.
Il presidente uscente ha così lasciato Washington poco dopo le 8 di questa mattina, ora americana, per lasciare spazio alla cerimonia di insediamento di Biden. La First Lady Melania Trump, prima della partenza, ha scelto di vestirsi completamente di nero. I due sono usciti dalla Casa Bianca mano nella mano.
“È stato un grande onore, l’onore di una vita”, ha commentato, passando in rassegna i risultati positivi della sua amministrazione. Davanti ai sostenitori che gli intonavano We Love You, lui ha poi replicato per le rime. “We love you too, dal profondo del cuore. Abbiamo lavorato duramente, abbiamo lasciato il cuore sul campo, abbiamo dato tutto, nessuno può rimproverarci di non aver fatto il massimo, abbiamo fatto tutto il possibile”.
Così è arrivata, infine anche quella parola buona per il nuovo governo che ha spiazzato ogni falsa ricostruzione. “Il futuro di questo Paese non è mai stato più luminoso. Spero che il nuovo governo possa avere successo e fortuna. Credo lo avranno. Hanno già le basi, li abbiamo messi in una posizione migliore di quella avuta dai governi precedenti considerato anche che il Paese è stato colpito da una grande piaga“.
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Nel frattempo Biden, la moglie Jill, la vicepresidente eletta Kamala Harris e il marito, in occasione dell’insediamento della nuova amministrazione hanno preso parte a una Messa, insieme a tutti gli altri leader del Congresso, sia democratici che repubblicani, nella Cattedrale dedicata a san Matteo. Il fatto che all’evento si sia presentata una delegazione bipartisan ha fatto pensare al futura portavoce della Casa Bianca, Jan Psaki, al segnale di “un nuovo cammino” di unità politica e riconciliazione.
C’è però un altro segnale di grande pace e riconciliazione che ha dato il presidente Trump prima del suo congedo, concedendo la grazia a 143 persone per i loro reati. Senza contare il fatto che nei suoi ultimi tre atti da presidente Trump ha inviato a tutti gli americani tre messaggi di importanza fondamentale.
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In queste tre proclamazioni, Trump ha infatti ricordato “che non ci sarà prosperità finché l’aborto non avrà fine e ciascuno sarà considerato un figlio di Dio”. Che le famiglie povere devono ricevere aiuti per l’educazione dei figli. E che, infine, senza libertà religiosa non c’è alcuna libertà e che di conseguenza non c’è nemmeno alcuna democrazia. Purtroppo, talvolta è stata la Chiesa stessa che, in questi anni di presidenza, non sempre è riuscita a comprendere le convinzioni profonde che hanno pervaso Trump durante il suo mandato.
Giovanni Bernardi
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