Guardando la cronaca, anche la più dura, con gli occhi della morale cristiana, ci si aprono squarci per riflettere sui tanti drammi alla luce della Parola di Cristo.
Ma soprattutto ci permettono di allargare lo sguardo e di aprire il cuore di fronte all’umanità, consapevoli anche dei mali più terribili. Continuamente infatti assistiamo a terribili fatti di cronaca, uno dopo l’altro, in un’escalation del male che sembra non avere mai fine.
Solo per citarne uno, vediamo l’omicidio di Legge, dove un giovane apparentemente innocuo ha ucciso con numerose coltellate due studenti. La motivazione era che “erano troppi felici e per questo mi è montata la rabbia“. Una terribile vicenda di cronaca che ci fa chiedere che cosa siamo diventati, dove stiamo andando come umanità, e se in qualche modo siamo sempre stati così.
Se il male cioè cova da sempre nel cuore dell’uomo, e l’unica cosa che cambia è il modo in cui si manifesta e viene portato alla luce. Se leggiamo la Bibbia, in particolare la Genesi, vediamo l’episodio di Caino ed Abele. In quella vicenda, la motivazione della rabbia di Caino verso il fratello era la stessa.
Era profondamente irritato dalla relazione piena di amore, gioia e felicità tra suo fratello e il Signore (Gn 4, 4-6). Un fatto che ricorda in maniera incredibile questo brutto fatto di cronaca. Era infatti un ragazzo “introverso, chiuso, con poche amicizie”. Caratteristiche che riportano alla tristezza e la rabbia di Caino poco prima di uccidere il fratello Abele.
Un altro fatto di cronaca riguarda la sentenza legata al processo per la morte di Marco Vannini, avvenuta il 18 maggio del 2015 e che ha portato alla condanna di 14 anni per Antonio Ciontoli. L’omicida è stato spinto, però, non tanto dal fatto che i due fossero felici, ma dal fatto che non lo fosse al contrario lui.
In questo caso, la vicenda ci parla forse più dei rapporti che intercorrono tra i sentimenti di vendetta, il bisogno di giustizia e la necessità di perdono. L’accusa nei confronti di chi cercava giustizia contro Vannini, infatti, è stata persino quella di volere soldi. La verità, invece, è che la giustizia è qualcosa di cui ogni uomo ha profondamente bisogno.
Nel momento della lettura della sentenza da parte del giudice, la madre della vittima fu sollevata perché, spiegò, “la giustizia esiste anche nella nostra società”. “Ci dobbiamo credere, e i nostri giovani devono crescere con i giusti principi morali com’era avvenuto per mio figlio”, affermò. Tuttavia, la donna rifiutò il perdono che le porse l’omicida di suo figlio.
Da questa triste vicenda emerge tuttavia il legame indissolubile tra i molteplici sentimenti che albergano nel cuore umano, e che devono scontrarsi con la crudezza dei fatti. Per andare a fondo, però, non basta leggere il giornale, c’è bisogno di abbeverarsi alla fonte dell’amore di Dio, ovvero la sua Parola.
Leggendo la Parola, incontrando Dio nelle Sacre Scritture, avremo la possibilità di usufruire di uno sguardo ben più ampio di quello che ci viene posto dalle cronache, in tutta la loro durezza. In quel caso, potremo allora conoscere la strada della giustizia, che fa incontrare il duro e crudo desiderio di vendetta con il più alto e indissolubile bisogno di perdono.
Giovanni Bernardi
Fonte: Agi
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