La piccola di Mateo e Carissa era affetta da un tumore al cervello ed aveva solo 3 mesi di vita. Si erano accorti che qualcosa, nella bambina, non andava bene, poiché aveva difficoltà a chiudere una palpebra.
Così, la portarono all’Ospedale Infantile di Cincinnati (Usa), perché la sottoponessero ad una serie di controlli medici. Alla bambina, fu fatta una risonanza magnetica e una tomografia. Dopo di che, i medici spiegarono a Mateo e Carissa che la loro piccola non avrebbe potuto sopravvivere.
“È stato moralmente devastante sapere che la mia piccola figlia di tre mesi di età, aveva ricevuto la sua sentenza di morte”, ha raccontato poi la mamma della piccola.
“Io ero terrorizzato di perdere la mia bambina e decisi solo di pregare e pregare”, queste le parole, messe subito in pratica, da Mateo, che sperava che almeno Dio avesse potuto avere pietà della sua pargoletta innocente e appena nata.
Mateo e Carissa pregarono instancabilmente per tutti i giorni seguenti, mostrando una fede incrollabile, legata ad un piccolo barlume di speranza.
Il lunedì seguente, avrebbero dovuto sottoporre al piccola a nuovi esami clinici ed avere i risultati definitivi della biopsia.
Al loro arrivo in ospedale, il medico chirurgo, che si occupava del caso, andò loro incontro, con una strana espressione sul volto. Poi, disse a Carissa: “Le sue preghiere hanno funzionato perché il risultato della biopsia è negativo. Non c’è più niente! Non ho nessuna spiegazione! Non ho visto mai una cosa del genere in tutta la mia carriera di medico chirurgo”.
La notizia fu propagata in tutto l’ospedale, mentre ogni dottore ed ogni infermiere mobilitato per intervenire -eventualmente- sulla piccola, restava senza parole.
Antonella Sanicanti
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