Per quanto si possa essere consapevoli che la vita è caduca, che prima o poi potremmo non più risvegliarci, riuscireste ad accettare la notizia che vi restano pochi giorni di vita? Probabilmente molto dipende dall’età in cui vi viene detto, da quanto avete lasciato in sospeso nei vostri giorni terreni, ma sicuramente dipende dalla quantità di fede che avete in Dio.
In linea teorica la giustificazione all’ingiustizia terrena la fornisce Gesù Cristo ai suoi apostoli quando incontrano l’uomo cieco dalla nascita. In quella occasione i discepoli di Cristo chiedono al maestro cosa avesse fatto di male un bambino per nascere cieco, o quali colpe del padre erano ricadute su di lui, ma questo li sorprende rispondendo:“Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio”.
In sunto la vita che ci viene concessa è manifestazione della volontà di Dio ed il nostro destino, per quanto possa sembrare ingiusto ed ameno, va accettato con il completo abbandono alla volontà ed alle cure di Dio. Detto così può sembrare che si tratti di un percorso semplice, ma non è così o per lo meno non lo è per chi non ha accettato (se non formalmente) questa verità.
In correlazione a questa profonda tematica, vi voglio citare la storia di un uomo, Angel Estrada, la cui vita è stata sconvolta dalla diagnosi di un tumore al cervello. Di lui parla una sua amica che preferisce rimanere anonima e lo definisce come un amico sincero, un ottimo padre di famiglia (al tempo era già padre di tre bambini), ma sopratutto un uomo retto, coerente e dotato di una ferrea etica.
Quando si venne a sapere della sua malattia e della necessità di effettuare un operazione, la sua amica si arrabbiò con Dio, gli chiese spiegazioni per una simile ingiustizia, ma poi si rese conto che il volere di Dio è imperscrutabile e che lei non era nessuno per metterlo in dubbio. Così, chiese venia al Signore e pregò per un miracolo. Il giorno seguente scrisse una lettera ad Angel chiedendogli in che modo lei e suo marito avrebbero potuto aiutarlo, ma lui li sorprese rispondendo che non aveva bisogno di aiuto e che se dovevano chiedere qualcosa a Dio era meglio che gli chiedessero aiuto per migliorare il loro rapporto con lui.
Sebbene Angel non volesse che i suoi amici pregassero per lui, ben presto iniziarono le catene di preghiera per la sua guarigione. Allora lui ha aperto il suo cuore agli amici ed ha scritto una lettera che si intitola ‘Parlare con Dio’ di cui vi riportiamo la parte iniziale:
“Ti scrivo queste parole perché voglio chiedere il tuo aiuto. Ho il cancro alla testa, una parte è nel cervello, e non so cosa accadrà dopo l’intervento chirurgico perché i rischi sono molti. È per questo che ti chiedo di parlare con Dio e di pregare per me. Lo so, non è facile credere che Dio risponda, che Dio sia attento a ciò che facciamo, alle nostre parole, e che sia disposto a parlare con noi. Per esperienza ti dico che Dio vuole parlare con noi, che vuole essere nostro amico… Il nostro migliore amico, per aiutarci in ogni momento della nostra vita.
Se inviti qualcun altro a pregare insieme a te è ancora meglio.
Come parlare con Dio?
Dio è presente in ogni momento, in ogni luogo. Bisogna solo iniziare a rivolgere qualche parola a Lui. Anche se fossero queste: ‘Io non so parlare con Te’. A quel punto starai già parlando con Dio. E in quel momento puoi parlare di me a Dio, di chi sono e del perché sarebbe opportuno che io continui a vivere e ad avere le mie facoltà mentali e sensoriali. Se vuoi puoi anche chiedere a Dio: ‘Che cosa vuoi che io faccia per Ángel?’ E aspetta la Sua risposta come aspetteresti quella di una persona a cui hai posto una domanda; aspetta pazientemente”.
Questa è la testimonianza di una persona che ha compreso il suo ruolo nel mondo e che non chiede la salvezza terrena, ma un motivo per ritardare il suo abbraccio con Dio. Per altro si evince che l’unico motivo valido sarebbe che la sua presenza sulla terra fosse più utile che la sua ascensione in Paradiso. Ciò che fu impressionante è che le preghiere furono esaudite: il giorno dell’operazione i medici non trovarono nessun tumore da rimuovere ed Angel è potuto tornare dai suo amici e dalla sua famiglia.