Quali sono gli step del processo che porta alla canonizzazione? Ecco come si articola il percorso che accerta la santità di una persona.
Salire agli onori degli altari, come si dice comunemente in riferimento ai santi, non è cosa da tutti. Coloro che nel corso della loro vita hanno manifestato elementi di santità in modo evidente e conclamato oppure chi ha offerto la propria vita affrontando il martirio in odium fidei può avere questo grande riconoscimento.
L’affermazione della santità di un cristiano è importante per tutta la comunità dei fedeli perché questo è indicato come modello di fede, un esempio sicuro da seguire.
Il percorso attraverso cui la Chiesa riconosce ufficialmente la santità di qualcuno è frutto di un attento e scrupoloso studio affinché sia accertato in tutta sicurezza che costui o costei abbia vissuto una vita cristiana in modo eroico.
Gli step del processo di canonizzazione: come si accerta la santità
Il primo elemento che porta ad iniziare un processo di canonizzazione è la fama di santità. Dopo la morte del fedele, che durante la sua vita ha espresso pienamente le virtù cristiane tanto da suscitare negli altri la consapevolezza di esser di fronte ad un santo, la fama di santità deve essere forte ed evidente.
Solitamente il processo di accertamento può iniziare dopo 5 anni dalla morte della persona ritenuta santa, salvo dispense papali che possono anticipare i tempi.
Si attende perché il perdurare della memoria e della fama di santità della persona è considerato un indicatore importante. Il processo di canonizzazione deve essere aperto dal vescovo della diocesi di appartenenza del candidato agli onori degli altari su richiesta di un Postulatore, generalmente un sacerdote, ma può essere anche un religioso o un laico esperto di teologia, diritto canonico e storia.
Questo nomina un Tribunale composto da un suo Delegato, un Promotore di Giustizia, e un Notaio Attuario. Il candidato alla santità assume il titolo di Servo di Dio e in questa prima fase si raccoglie tutto il materiale documentario relativo alla sua vita. Eventuali scritti, testimonianze delle persone che gli sono state a contatto-
L’accertamento di santità in un processo con varie fasi
Dopo la prima fase, quella appunto dell’inchiesta diocesana, tutta la documentazione raccolta viene inviata al Dicastero delle Cause dei Santi. Si apre così la cosiddetta “fase romana” in cui un Relatore preparerà la Positio cioè una sintesi delle prove e documenti raccolti dalla diocesi.
L’obiettivo è dimostrare con assoluta certezza le virtù cristiane vissute in modo esemplare ed eroico o l’eventuale martirio. La Positio viene studiata da un gruppo di Consultori Teologi del Dicastero e se si tratta di un candidato alla santità vissuto in epoche remote si affiancherà anche un gruppo di Consultori Storici del Dicastero.
A seguito di un ulteriore giudizio favorevole dei Vescovi e Cardinali Membri del Dicastero si passa al giudizio del Papa che decide se promulgare il Decreto sull’eroicità delle virtù o sul martirio o sull’offerta della vita del Servo di Dio dichiarandolo Venerabile.
I miracoli per la beatificazione e la canonizzazione
Le fasi successive si articolano nell’estendere la venerazione del Venerabile come Beato e poi come Santo. Nel caso si tratti di un martire acquista subito il titolo di Beato.
In tutti gli altri casi occorre che si verifichi un miracolo avvenuto dopo richiesta di intercessione al Venerabile. Questo miracolo in genere deve essere una guarigione fisica scientificamente inspiegabile. Inoltre la guarigione deve essere rapida, completa e duratura nel tempo.
Tale evento miracoloso deve essere accertato da una Commissione Medica convocata dal Dicastero delle Cause dei Santi, composta da membri credenti e non. Se c’è un’approvazione il miracolo deve essere vagliato anche dai Vescovi e i Cardinali Membri del Dicastero e dal Pontefice che con un Decreto proclamerà la beatificazione.
Il Beato viene così inscritto nel calendario liturgico della diocesi di appartenenza o della famiglia religiosa. Affinché si arrivi alla canonizzazione è necessario che avvenga un altro miracolo dopo la beatificazione. Il culto del Santo rientrerà nel calendario liturgico di tutta la Chiesa.
In rari casi il Papa anche in assenza di un miracolo può approvare un culto esistente da molto tempo. Altre decisioni eccezionali possono esser intraprese sempre dal Pontefice. Ad esempio dopo la morte di Giovanni Paolo II papa Benedetto XVI ha consentito l’apertura della Causa di canonizzazione solo dopo poche settimane.
Un altro esempio è la canonizzazione di San Giovanni XXIII avvenuta senza il riconoscimento di un secondo miracolo per volere di papa Francesco.