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Tutti possiamo cadere nell’inganno dell’eresia?

 

Secondo i dati storici, fu San Giustino martire il primo ad utilizzare il termine eresia, per indicare le

correnti cristiane che prendevano le distanze dai dogmi riconosciuti.

“Sotto il profilo giuridico-ecclesiastico, eretico è definito colui che, dopo il battesimo e

conservando il nome di cristiano, ostinatamente si rifiuta o pone in dubbio una delle verità che nella

fede divina e cattolica si devono credere.” (Karl Rahner, “Che cos’è l’eresia?”, p 29).

A tratti, tanti rischiano oggi di diventare eretici. Molti nostri conoscenti, pur essendo cresciuti in

un’atmosfera cattolica, non seguono poi così assiduamente gli insegnamenti di questa dottrina. Si

costruiscono una cristianità di comodo che, lungi dall’abbracciare la croce di Cristo, finisce per

trascurare i principi base che fanno della nostra esistenza una continua devozione al Dio della

Misericordia. Volentieri si fanno conquistare dalle pratiche yoga o da quelle reiki, da coloro che

professano la legge dell’attrazione universale o che espandono, senza nessun criterio plausibile, le

leggi di Dio a quelle della natura; come se l’uomo dovesse rispondere all’universo, al creato, e non

al suo Creatore.

Un simile stato di cose, se da un lato rende terreno feritile all’insinuarsi del male, inteso come forza

che distoglie dalla fede, dall’altro rende quasi impossibile la difesa da questo.

L’eretico di cui parliamo infatti non ha nessuna volontà di liberarsi da ciò che ritiene lecito e non

riconosce di appartenere al demonio. L’egoismo, la prepotenza, il tornaconto sono giustificazioni

per la sua condotta di vita e mai peccati da cui fuggire.

Papa Benedetto XVI disse che l’eretico è il dittatore del relativismo.

E’ colui che demolisce l’operato della chiesa e cerca di diffondere una cultura in cui è legittimo

tutto ciò che parte da una morale personale, anzi personalizzata.

Ma si sa bene che “Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà

l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona.”. Deve infatti esistere una

morale comune e non una di parte, altrimenti decadono i principi di uguaglianza e di fratellanza tra

le genti.

Ciò rende i “posseduti”, in questo caso, molto più pericolosi, perché affascinanti, nel loro modo di

divulgare uno stile di vita privo di responsabilità verso l’altrui condizione o per il sacrificio di

Cristo.

Cosa accade allora se questi facinorosi occupano ruoli di prestigio al governo o gestiscono immensi

patrimoni finanziari da cui dipende la sopravvivenza di molte famiglie, oppure dirigono i centri di

ricerca scientifica che condizionano le vite di molti esseri umani che non avranno mai voce in

capitolo?

Accade che molto facilmente, senza nessuno sforzo, si tramuta il male in bene, il vizio in virtù e,

anziché riformare o progredire, si distrugge. Si pilotano le menti verso un percorso senza via di

scampo, la storia ce lo insegna da secoli.

Questo è un argomento da approfondire nei dettagli e da vagliare nelle tante situazioni giornaliere,

di cui siamo partecipi o semplici spettatori, perché nessun altro si perda, seguendo falsi e allettanti

idoli. Ci basti riflettere per oggi sul fatto che ogni volta che non facciamo la volontà di Dio,

facciamo quella di qualcun altro, con immancabili conseguenze per noi e per chi ci sta accanto.

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