Pietro nel discorso a Cornelio richiama un episodio importantissimo della vita di Gesù. Cosa c’entra con noi? Scopriamolo.
La scena è quella del battesimo di Gesù. Evento così importante per la nostra vita che viene raccontato a tutti gli evangelisti. La riflessione del Papa ci fa capire perché. Prima del saluto liturgico iniziale il Santo Padre palesa la sua gioia per la presenza di tanti sposi novelli nell’Aula Paolo VI, dove si è svolta l’Udienza di oggi. Il brano biblico che ispira la catechesi di oggi è il Discorso di Pietro a casa di Cornelio: «Pietro prese la parola e disse: “voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè, come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui».
Oggi riflettiamo sullo Spirito Santo che viene su Gesù nel giorno del Battesimo e lo consacra come capo dell’umanità nuova. I Sinottici raccontano questo momento di consacrazione con enfasi e solennità. Gesù scende nel Giordano e si lascia battezzare dal Battista. Subito si squarciano i cieli e una voce dal cielo dichiara solennemente che Gesù è il figlio amato sul quale il Padre ha posto il suo compiacimento. Momento importante della Storia della Salvezza. Cosa è avvento di così importante nel battesimo di Gesù da indurre tutti gli evangelisti a raccontarlo?
È un episodio così importante che è presente e manifesta tutta la Trinità: c’è il Padre che fa udire la sua voce, c’è lo Spirito che discende come colomba e c’è il Figlio che riceve il mandato. Tutta la trinità si è data appuntamento sulle rive del giordano. Quando Gesù si troverà nella Sinagoga a Nazaret e legge il rotolo di Isaia in cui annuncia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore”.
Il Padre ha consacrato Gesù come re, profeta e sacerdote. Re, profeti e sacerdoti nella tradizione del popolo d’Israele sono consacrati con l’olio. Nel caso di Gesù non c’è il simbolo dell’olio c’è lo Spirito Santo in persona che discende. Con questa unzione riceve la pienezza del dono dello Spirito per la sua missione di capo della chiesa. Messia – Cristo sono i titoli messianici, entrambi riferiti a Gesù ma che hanno lo stesso significato: unto, di gioia, di spirito santo. Il nostro nome cristiani vuol dire unti a imitazione di Cristo.
Il Salmo 133 recita: “Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme! È come olio prezioso versato sul capo, che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste”. In questo salmo si parla di un olio profumato che versato sul capo di Aronne, scende sulla sua veste è prefigurazione di cristo. Egli è sacerdote e profeta, ma è anche capo della sua Chiesa.
Lo Spirito perché è simboleggiato con l’olio. Nella messa del Giovedì Santo consacrando il crisma il Vescovo prega che le persone che riceveranno i sacramenti del Battesimo, Cresima, Ordinazione e Olio Santo, con questa unzione lo Spirito Santo li penetri, li santifichi perché consacrati spandano il profumo di Cristo. L’unzione ci fa profumo e una persona che vive con gioia la sua unzione profuma la sua famiglia la chiesa. Il Papa con franchezza ammette anche che a volte i cristiani non diffondono questo profumo di Cristo ma il cattivo odore del proprio peccato.
Il peccato ci allontana da Gesù. Di solito il diavolo entra dalle tasche dobbiamo tutti stare attenti, esorta Papa Francesco. Non dobbiamo mai distoglierci di realizzare questa nostra vocazione diffondere il profumo di Cristo. E questo profumo si diffonde coi frutti dello spirito amore, gioia, pace, magnanima, benevolenza, bontà. Che bello trovare persone buone, benevole, miti. Qualcuno sente la fragranza dello Spirito quando incontriamo queste persone. Che lo Spirito Santo ci faccia unti da lui.
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