Udienza Generale, 28 agosto: Papa Francesco affronta il grave male dei migranti

Il Santo Padre richiama due luoghi, mare e deserto, importanti anche nella Bibbia, ma oggi ne abbiamo distorto il significato più puro, rendendoli cimiteri.

Papa Francesco
Papa Francesco (photo: open.it) – lalucedimaria.it

Oggi Papa Francesco ha scelto di interrompere le catechesi sullo Spirito Santo per portare l’attenzione di tutti su un crimine dell’umanità che si realizza in questo momento.

Piazza San Pietro gremita per l’Udienza generale di questa mattina. Tutti i partecipanti sono stati sconvolti da una catechesi che mette a nudo l’ipocrisia della nostra società. Una parte del mondo vede scorrere la propria vita nell’agio e in sicurezza, peccato che si poggia sul dramma e sulla morte di intere popolazioni afflitte da guerre e calamità naturali che i più ignoriamo.

Papa Francesco sceglie di portare la nostra attenzione sulle persone che anche in questo momento stanno attraversando mari e deserti in cerca di una terra dove poter vivere in pace e sicurezza. Mare e deserto, due parole che tornano spesso nelle testimonianze che Papa Francesco ascolta dei sopravvissuti alle migrazioni e delle persone che li soccorrono mare. Mare non è solo il Mediterraneo ma ogni massa d’acqua che tante  persone sono costrette ad attraversare masse di acqua insidiose in cerca in un porto sicuro. Deserto non è solo il Sahara, ma tutti i territori impervi pericolosi come foreste, giungle, steppe dove i migranti vagano lasciati soli a se stessi.

Mare e deserto cimiteri a cielo aperto

Le rotte migratorie sono segnate da attraversamento di mari e deserti che per troppi risultano mortali. Tutta l’udienza è incentrata questo dramma e sul dolore che comporta. Alcune di queste rotte le conosciamo perché sono sotto i riflettori ma troppe altre sono sotto silenzio, nessuno ne parla ma in troppi muoiono. Ogni migrante che muore è un crimine commesso da chi è indifferente. Il Pontefice ricorda di aver parlato spesso del Mediterraneo perché è Vescovo di Roma, ma soprattutto perché è cruciale nelle rotte migratorie, ma non è la sola massa di acqua che sopprime vite innocenti.

Migranti
Migranti

Un aspetto meschino di questo dramma è costituito dalle tante persone che lottano per respingere i migranti, questo se fatto con coscienza e responsabilità è un peccato grave. Anche nella Bibbia è comandato di non molestare il forestiero ma difendere lo straniero, la vedova, gli orfani. purtroppo come i mari anche il deserto è diventato un cimitero di migranti. Queste non sono morti naturali, lì sono stati portati e lasciati a morite. Tutti ricordiamo la moglie e la figlia di Pato morte di fame e di sete nel Deserto, e non sono le sole.

Nell’epoca dei satelliti e dei droni dove tutti sanno di tutti, ci sono migranti che nessuno deve vedere, nessuno vuole salvare, nascosti agli occhi del mondo sono lasciati a morite atrocemente. Questo è un male della nostra civiltà.

Luoghi di libertà e fraternità

Ma Dio li vede e ascolta il loro grido. Mare e deserto sono biblicamente importanti. Il deserto è luogo di sofferenza, paura, disperazione ma anche luogo di passaggio, di liberazione, di riscatto per raggiungere libertà. Il deserto nella Bibbia è anche il luogo del compimento delle promesse di Dio. I Salmi cantano continuamente mare e deserto con parole sante che ci dicono che in questo cammino difficile Dio non lasca solo il suo popolo, cammina con loro. e oggi Dio sta con i migranti, cammina con loro, soffre con loro, piange. Il Signore è con i nostri migranti nel mare nostrum non con coloro che li respingono.

 

fraternità
fraternità

In quei mari e deserti mortali i migranti non dovrebbero esserci e non sono le leggi restrittive o la militarizzazione delle frontiere o i respingimenti che daranno risultati.  Occorre creare vie di accesso sicure e garantire rifugio a chi scappa da guerre e calamità, una governace globale basata su solidarietà e fraternità per fermare i criminali trafficanti che sfruttano la miseria altrui.

Dobbiamo subito fermare la tratta. Il Papa riconosce e loda l’impegno di tanti buoni samaritani soccorrono migranti dispersi sulle rotte della speranza dei cinque continenti. Loro sono il segno di un umanità che non si lascia contagiare dalla cultura dello scarto e dell’indifferenza. Sono bravi quelli che stanno in prima linea ma non tutti possono, ma anche chi non può stare in prima linea può fare qualcosa. Ci sono tanti modi per aiutare e il primo è la preghiera. Chi prega per i migranti? Chi vuole lottare per salvare loro la vita? Chi vuole cacciarli via? Uniamo i cuori e le forze perché mari e i deserti non siano cimiteri ma spazi dove Dio può aprire spazi di libertà e fraternità.

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