Papa Francesco, nell’udienza generale di oggi, ha incentrato la sua catechesi sulla quarta virtù cardinale, da cui dipende molto del nostro vivere bene.
Ha avuto luogo oggi, mercoledì 17 aprile 2024, l’Udienza Generale del Papa in una piazza San Pietro piena di persone venute da tutto il mondo.
Il Papa ha affrontato il discorso della quarta virtù cardinale, ovvero la temperanza. A proposito di essa, Francesco spiega che assieme alle altre tre, ossia prudenza, giustizia e fortezza, questa virtù condivide una storia che va indietro nel tempo ma che era nota già dai tempi dei greci. Per questi ultimi, infatti, la pratica della virtù aveva come scopo la felicità, tant’è che Aristotele scrisse il suo più importante trattato di etica, destinandolo al figlio Nicomaco. Voleva istruirlo nell’arte di vivere.
Il Papa spiega che siamo tutti in cerca della felicità, ma sono in pochi quelli che riescono a raggiungerla. La domanda è come raggiungere tale felicità, e Aristotele cercò di rispondere a tale quesito affrontando il tema delle virtù, tra cui, uno spazio importante lo ha, appunto, la temperanza. In greco, questa parola vuol dire “potere su se stessi”. È l’arte dell’auto controllo, di non farsi travolgere da passioni ribelli, di mettere ordine nel manzoniano “guazzabuglio del cuore umano”.
Gli effetti positivi della temperanza
La temperanza «garantisce il dominio della volontà sugli istinti, e mantiene i desideri entro i limiti dell’onestà». Chi ha temperanza non segue gli impulsi, essa è la virtù della giusta misura e chi ha questa virtù è solito agire con saggezza in ogni situazione. Chi agisce dall’impeto, solitamente è inaffidabile. «In un mondo dove tanta gente si vanta di dire quello che pensa, la persona temperante preferisce pensare quello che dice», spiega Bergoglio. Coloro che adottano la temperanza, non dicono tutto ciò che gli viene in mente, ma pensano a ciò che dicono».
Chi è temperante non fa promesse a vanvera, ma si impegna nella misura in cui può realmente mantenerli e agisce con giudizio, in generale, nella sua vita. «Il libero corso delle pulsioni e la totale licenza accordata ai piacere finiscono per ritorcersi contro noi stessi, facendoci precipitare in uno stato di noia. Chi ha voluto provare tutto con voracità, si è ritrovato, infine, a perdere il gusto di ogni cosa. Meglio cercare la giusta misura, dunque», chiosa Francesco.
La persona temperante non si lascia prendere dai momenti di rabbia, dosa le parole. Questo, soprattutto per non rovinare rapporti di amicizia e familiari che poi con fatica si ricostruiscono. «C’è un tempo per parlare e un tempo per tacere, ma entrambi richiedono la giusta misura», prosegue Francesco.
Se la persona temperante sa controllarsi, non vuol dire che la vedremo sempre col viso pacifico, sorridente, perché a volte è necessario indignarsi, ma nella giusta misura. Un rimprovero è più salutare, continua Francesco, rispetto a un silenzio fatto di rancore. Chi adotta la temperanza sa che è scomodo correggere un’altra persona, ma sa che è importante farlo, altrimenti si darebbe campo libero al male.
Papa Francesco e il nuovo appello
Nell’ultima parte dell’Udienza Generale di oggi, 17 aprile 2024, il Papa ha rivolto ancora una volta un pensiero a quanto sta accadendo nei Paesi in cui vige la guerra.
Il Papa rivolge un pensiero a coloro che stanno soffrendo in Terra Santa, in Ucraina, e a tutti coloro che sono prigionieri di guerra.
«Parlando dei prigionieri, mi vengono in mente coloro che sono torturati. La tortura dei prigionieri non è umana. Pensiamo a tante torture che feriscono la dignità della persona e a tanti torturati. Il Signore aiuti tutti e benedica tutti», chiosa Papa Bergoglio.