Udienza generale, 18 settembre: Papa Francesco ringrazia Dio per un motivo

Dopo il suo viaggio apostolico in Asia e Oceania, Papa Francesco è tornato ad incontrare i fedeli in Piazza San Pietro nel corso dell’udienza settimanale del mercoledì.

Papa Francesco che saluta i fedeli
photo: ansa (lalucedimaria.it)

Il suo ingresso in piazza è stato accolto da tantissimi fedeli accorsi per ascoltare la sua catechesi, incentrata quest’oggi sul racconto proprio di questo viaggio. Francesco ha voluto rendere partecipi dei tanti incontri avuti in questi 15 giorni tutti coloro che erano lì.

L’udienza di oggi, però, è iniziata con un momento molto particolare dove il Santo Padre ha posto l’attenzione su di una coppia di fidanzati prossimi al matrimonio.

Il Papa racconta il suo viaggio

Papa Francesco, di ritorno dal suo ultimissimo viaggio apostolico in Asia ed Oceania, non ha rinunciato all’incontro settimanale con i fedeli presenti in Piazza San Pietro per l’udienza settimanale del mercoledì. Un incontro che, per due settimane, è mancato ai tantissimi fedeli che, ogni settimana affollano la piazza per incontrarlo ed ascoltare le sue parole.

Oggi il ritorno e l’incontro, sempre più caloroso, che è iniziato con un piccolo momento di vera gioia, ovvero quello della presentazione di una coppia di fidanzati, che si uniranno in matrimonio il prossimo sabato. Il Pontefice li ha chiamati, dopo che i due giovani hanno letto le letture che introducono la catechesi, e li ha presentati: “È bello vedere quando l’amore ci porta avanti per fare una nuova famiglia. Chiedo un applauso per loro” – ha detto Francesco.

Da qui, poi, il suo racconto partendo dalla specifica del perché si chiama viaggio apostolico: “[…] Un viaggio per portare la parola del Signore, per far conoscere il Signore e per conoscere l’anima dei popoli […] E’ stato un viaggio memorabile” – ha commentato. Francesco, infatti, è stato il secondo Papa, dopo Paolo VI nel 1970, a compiere questo viaggio così lungo ma, come lui stesso ha definito, “con qualche anno in più”.

Il ringraziamento a Dio: ecco il motivo

Ringrazio il Signore, che mi ha concesso di fare da vecchio Papa quello che avrei voluto fare da giovane gesuita, perché io volevo andare missionario lì […] La Chiesa è molto più grande di Roma, d’Europa, molto più grande e molto più viva in quei Paesi! L’ho sperimentato in maniera emozionante incontrando quelle comunità, ascoltando le testimonianze di preti, suore, laici, specialmente catechisti” – ha raccontato.

Ogni Paese in questo viaggio ha lasciato qualcosa di speciale ed importante nel cuore del Papa che, questa mattina, ha voluto condividere con i fedeli: “In Indonesia ho visto che la fraternità è il futuro, è la risposta all’anti-civiltà, alle trame diaboliche dell’odio e della guerra […] Ho incontrato è una Chiesa vivace, dinamica, capace di vivere e trasmettere il Vangelo in quel Paese che ha una cultura molto nobile, portata ad armonizzare le diversità, e nello stesso tempo conta la più numerosa presenza di musulmani al mondo”.

Papa Francesco in Papamobile a Piazza San Pietro
photo: ansa (lalucedimaria.it)

Papa Francesco rimasto colpito dagli incontri con bambini e giovani

Fede, fraternità, compassione è stato il motto della visita in Indonesia ha spiegato con attenzione il Papa. È rimasto anche molto colpito dalla Papua Nuova Guinea: “[…] Nei giovani ho visto un nuovo futuro, senza violenze tribali, senza dipendenze, senza colonialismi economici o ideologici; un futuro di fraternità e di cura del meraviglioso ambiente naturale […] La bellezza di una Chiesa missionaria, in uscita, in un arcipelago proteso verso l’immensità dell’Oceano Pacifico dove i diversi gruppi etnici parlano più di ottocento lingue: un ambiente ideale per lo Spirito Santo, che ama far risuonare il messaggio dell’amore nella sinfonia dei linguaggi” – ha spiegato Francesco.

Per quel che riguarda la visita nel Timor Orientale, Francesco ha spiegato che “non dimenticherò mai il sorriso dei bambini: i bambini sorridono sempre lì, e ce ne sono tanti. E questo è garanzia di futuro. A Timor Orientale ho visto la giovinezza della Chiesa: famiglie, bambini, giovani, tanti seminaristi e aspiranti alla vita consacrata. Ho respirato aria di primavera!”.

Nell’ultima tappa di Singapore, davanti ad un Paese con città modernissime, il Papa ha affermato: “Lì i cristiani sono una minoranza, ma formano comunque una Chiesa viva […] Ci sono i piccoli, che seguono il Vangelo e diventano sale e luce, testimoni di una speranza più grande di quella che possono garantire i guadagni economici” – ha concluso il Pontefice.

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