Il Papa fornisce delle indicazioni preziose sull’orazione indicandoci una vera miniera per la nostra preghiera: un libro che ha sempre avuto un posto speciale tra quelli ispirati dallo Spirito Santo.
Accolto come sempre dalla folla calorosa di Piazza San Pietro, papa Francesco ha aperto l’udienza generale di oggi dopo la lettura delle parole rivolte da San Paolo ai Colossesi, là dove l’Apostolo delle genti esorta i fedeli a farsi ammaestrare dalla parola di Dio e a compiere ogni cosa, in parole e opere, «nel nome del Signore Gesù».
Francesco ha concentrato la sua catechesi su quella grande sinfonia di preghiera che un compositore d’eccezione: lo Spirito Santo. Parliamo del libro dei Salmi. Tutti i libri della Bibbia sono ispirati dallo Spirito Santo, ha ricordato opportunamente il Papa. Ma oltre a essere ispirato, il libro dei Salmi è anche pieno di afflato poetico.
La recita dei Salmi, ha detto Francesco, ha sempre avuto un posto privilegiato nella Chiesa, come prova l’esistenza di edizioni che contengono sia il Nuovo Testamento che il libro dei Salmi. A questo proposito il Papa ha confessato di avere sulla propria scrivania una edizione in lingua ucraina del Nuovo Testamento e dei Salmi appartenuta un tempo a un soldato ucraino morto sul fronte e sulla quale il militare scomparso era solito pregare.
Dopo questo esempio toccante di abbandono fiducioso a Dio anche nelle pieghe più buie dell’esistenza, papa Bergoglio ha ripreso la sua catechesi incentrata sulla bellezza della preghiera attraverso i Salmi. Certo, ha ricordato Francesco, talvolta i Salmi riflettono la mentalità del loro tempo, molto lontana dalla nostra. Ciò non significa che non siano ispirati ma che, sotto certi aspetti, «sono legati a un tempo e a uno stadio provvisorio della rivelazione».
Fatti salvi questi aspetti contingenti e provvisori, i Salmi sono preziosi agli occhi dei cristiani perché «sono stati la preghiera di Gesù, di Maria, degli Apostoli e di tutte le generazioni cristiane che ci hanno preceduto». Quando recitiamo i Salmi, Dio li ascolta con quella «grande orchestrazione che è la Comunione dei Santi».
La sinfonia dei Santi, prosegue Francesco, si compone dei «canti che lo Spirito stesso ha posto sulle labbra della Sposa: la sua Chiesa». Quello che Sant’Ambrogio chiamava «il dolce libro dei Salmi» è una miniera per l’orazione. Il Papa consiglia caldamente di pregare attraverso i Salmi. Noi stessi dovremmo, in un certo senso, diventare «autori dei Salmi», vale a dire farli nostri, lasciando che plasmino il nostro cuore.
«I Salmi sono preghiere per tutte le stagioni», ha voluto insistere il Pontefice. Non perdono di efficacia a forza di essere ripetuti. Anzi, la accrescono. Questo perché «sono ispirati da Dio». Quando siamo assaliti dai pensieri neri come la paura e l’angoscia il salmista viene in nostro soccorso con le stupende parole del Salmo .23: «Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla». «Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me».
Ogni volta che li recitiamo con fede, i Salmi «ci aiutano ad aprirci a una preghiera meno centrata su noi stessi», ha ribadito Francesco. Il Papa ha concluso la sua catechesi chiedendo allo Spirito Santo, che ha regalato alla Chiesa-Sposa le parole per pregare il suo divin Sposo, l’aiuto per far risuonare le parole dei Salmi anche nella Chiesa di oggi per fare di questo anno preparatorio al Giubileo del 2025 una «vera sinfonia di preghiera».
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