Lo Spirito Santo è, ancora una volta, protagonista della catechesi del Santo Padre. Questa volta Francesco concentra la sua attenzione sui carismi e si rivolge a tutta la comunità cristiana, nessuno escluso.
Sono doni che ci ha fatto lo Spirito e sta a noi sfruttarli e metterli in pratica. In che modo? A partire da quello che è il donarli alla comunità, quanto anche a Dio stessi. Cerchiamo di capire insieme il pensiero di Papa Francesco.
Nonostante il tempo non promettesse sole, tanti sono i fedeli che si sono radunati in Piazza San Pietro per ascoltare le sue parole.
I carismi, doni dello Spirito
In una piazza San Pietro gremita di persone in ogni ordine di posto, Papa Francesco è tornato, ancora una volta a porre la sua attenzione al ciclo catechetico sullo Spirito Santo. La terza persona della Santissima Trinità viene analizzata in ogni sfaccettatura dal Papa che cerca di spiegarla a tutti i fedeli con il suo linguaggio semplice e comprensibile a tutti.
Oggi la sua attenzione è stata posta ai carismi: “I carismi sono i monili, o gli ornamenti, che lo Spirito Santo distribuisce per rendere bella la sposa di Cristo. Il carisma è a una persona o a una comunità speciale, è un dono che Dio ti dà” – ha spiegato Francesco. I doni che il Signore ci ha fatto non devono restare chiusi a noi stessi ma devono, invece, essere messi in pratica, anche al servizio della comunità alla quale apparteniamo.
“[…] Il carisma è il dono dato a uno, o ad alcuni in particolare, non a tutti allo stesso modo, e questo è ciò che lo distingue dalla grazia santificante, dalle virtù teologali e dai sacramenti che invece sono gli stessi e comuni per tutti” – dice il Papa. Ma come facciamo a scoprirli e a capire in che modo possano essere utili alla comunità? Francesco ci spiega anche questo: “Dobbiamo riscoprire il carisma, perché questo fa sì che la promozione del laicato e in particolare della donna venga inteso non solo come un fatto istituzionale e sociologico, ma nella sua dimensione biblica e spirituale”.
Papa Francesco: “Non esistono cristiani di serie B”
Ed è un invito che viene fatto, in particolare, ai laici che, spesso, si sentono come ultimi o messi in disparte dal mondo della Chiesa. Francesco li esorta: “I laici non sono gli ultimi: non sono una specie di collaboratori esterni o delle truppe ausiliari del clero, ma hanno dei carismi e dei doni propri con cui contribuire alla missione della Chiesa”.
C’è, però, una puntualizzazione che Papa Francesco ha visto e sentito necessario fare, proprio per cercare di togliere ogni dubbio: “Quando si parla dei carismi bisogna subito dissipare un equivoco: quello di identificarli con doti e capacità spettacolari e straordinarie; essi invece sono doni ordinari, ognuno di noi ha il proprio carisma, che acquistano valore straordinario se ispirati dallo Spirito Santo e incarnati nelle situazioni della vita con amore.
Una tale interpretazione del carisma è importante, perché molti cristiani, sentendo parlare dei carismi, sperimentano tristezza o delusione, in quanto sono convinti di non possederne nessuno e si sentono esclusi o cristiani di serie B”.
Francesco ci accompagna per mano a capire che non esistono cristiani più importanti degli altri, anche e a partire proprio dalle nostre singole comunità parrocchiali: “Non ci sono i cristiani di serie B, ognuno ha il proprio carisma, personale e anche comunitario […] La carità moltiplica i carismi; fa del carisma di una sola persona il carisma di tutti”.
A fine udienza, Papa Francesco ha dato un annuncio che in tantissimi aspettavano: “L’anno prossimo, durante la Giornata dei bambini e degli adolescenti, canonizzerò il beato Carlo Acutis, e nella Giornata dei giovani canonizzerò il beato Piergiorgio Frassati”.