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Discorsi del Papa

Udienza generale, 4 dicembre 2024: Papa Francesco richiama alla centralità del kerigma

Si respira aria del Santo Natale in Piazza San Pietro, dove Papa Francesco ha accolto i fedeli per la consueta udienza del mercoledì mattina. 

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lalucedimaria.itUn’udienza generale aperta dal suono delle zampogne che ha tanto allietato anche il Santo Padre. Il tema è, ancora una volta, la terza persona della Trinità e al suo ruolo nella predicazione all’interno della Chiesa.

Papa Francesco ci aiuta a capire come è possibile applicare il dono dello Spirito anche nel nostro operare all’interno delle parrocchie. Scopriamolo insieme.

Udienza generale del 4 dicembre 2024 con Papa Francesco

Papa Francesco è arrivato puntuale questa mattina, in Piazza San Pietro, per il suo consueto incontro settimanale e la sua catechesi con i fedeli. Un incontro atteso ed annunciato anche dall’arrivo degli zampognari che hanno introdotto tutti, compreso il Santo Padre, nell’atmosfera natalizia che, fra qualche giorno, si aprirà ufficialmente.

Il Pontefice, però, non ha rinunciato a proseguire, ancora una volta, con la catechesi sullo Spirito Santo e su come questi agisce e aiuta i fedeli e i ministri nella predicazione: “Ripartire sempre di nuovo dall’annuncio di ciò che Cristo ha fatto per noi […] È dal kerigma che dipende ogni applicazione morale e nella catechesi ha un ruolo fondamentale il primo annuncio o kerigma, che deve occupare il centro dell’attività evangelizzatrice e di ogni intento di rinnovamento ecclesiale” – ha introdotto.

Un annuncio, però, che non è che siccome è stato il primo, poi tutto ciò che viene dopo è dimenticato: “[…] È il primo in senso qualitativo, perché è l’annuncio principale, quello che si deve sempre tornare ad ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare durante la catechesi in una forma o nell’altra, in tutte le sue tappe e i suoi momenti” – ha continuato Francesco.

L’importanza del Kerigma

Che ha anche precisato: “Non si deve pensare che nella catechesi il kerigma venga abbandonato a favore di una formazione che si presupporrebbe essere più solida. Non c’è nulla di più solido, di più profondo, di più sicuro, di più consistente e di più saggio di tale annuncio, cioè il kerigma”.

photo: catt.ch (lalucedimaria.it)

Ma in realtà, come si predica veramente e ci si sente aiutati dallo Spirito Santo? Il Papa ci spiega: “Il Vangelo dev’essere predicato mediante lo Spirito Santo […] Predicare con l’unzione dello Spirito Santo significa trasmettere, insieme con le idee e la dottrina, la vita e la convinzione della nostra fede”.

Papa Francesco: “Non predicare noi stessi ma Gesù”

Bisogna predicare sì, riferendosi anche a ciò che fanno i sacerdoti, ma non bisogna dimenticare di pregare: “Guai a predicare senza pregare! Si diventa quelli che l’apostolo definisce bronzi che rimbombano e cimbali che tintinnano […] La prima cosa che dipende da noi è pregare perché venga lo Spirito Santo. La seconda è non volere predicare noi stessi, ma predicare Gesù Signore” – afferma Francesco.

E torna a fare riferimento ad alcune omelie troppo lunghe di alcuni sacerdoti o vescovi: “[…] Tante volte ci sono queste prediche lunghe, venti minuti, trenta minuti: per favore, i predicatori devono predicare un’idea, un affetto e un invito a fare. Più di otto minuti la predica svanisce, non si capisce. E questo lo dico ai predicatori” – ha concluso.

La preghiera costante per la pace

Ultimo, ma non meno importante come pensiero, Papa Francesco è tornato nuovamente a chiedere la pace per le popolazioni e i territori in guerra: “La guerra è una sconfitta umana. La guerra non risolve i problemi, la guerra è cattiva, la guerra distrugge” – ha tuonato con forza. Alla fine dell’udienza, si è rivolto a tutti i fedeli presenti in Piazza chiedendo loro di unirsi tutti, in un’unica e sola preghiera, affinchè la pace possa regnare nel mondo: “Per favore, continuiamo a pregare per la pace“.

L’attenzione di Francesco è stata posta in particolare ai bambini, che sono coloro che più stanno soffrendo nelle zone di guerra, a partire da Gaza, fino ad arrivare in Ucraina e in Myanmar: “Tanti innocenti morti, tanti bambini morti. Preghiamo perchè il Signore ci faccia arrivare alla pace. Preghiamo sempre per la pace” – ha affermato

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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