Il tema affrontato dal Santo Padre al consueto appuntamento de mercoledì con i fedeli è molto importante per il cammino di fede di ciascuno.
Una catechesi basata sul comprendere a pieno la virtù che ciascuno di noi deve custodire nel proprio cuore e mettere in pratica nel proprio quotidiano.
Nonostante il tempo incerto, i fedeli non hanno rinunciato a recarsi in Piazza San Pietro per ascoltare la catechesi settimanale di Papa Francesco. Come anche il Pontefice stesso non ha rinunciato a questo incontro. Ma c’è stato anche un momento speciale dedicato alla Madonna. Vediamo insieme di cosa si è trattato.
In questo secondo mercoledì del mese di maggio, dedicato alla Madonna, Papa Francesco è tornato in Piazza San Pietro, non solo per il consueto abbraccio con i fedeli lì accorsi per ascoltare la sua catechesi, quanto anche per continuare con il suo discorso circa le virtù che ciascuno di noi deve possedere nel suo cuore.
Prima di dare inizio alla catechesi, Papa Francesco ha deposto i fiori davanti all’immagine della Madonna di Lujan, venerata in Argentina che è stata posta sul sagrato davanti alla sua postazione. La sua attenzione, lo dicevamo all’inizio, è stata posta, ancora una volta sulla virtù per eccellenza, quella della speranza.
Papa Francesco parla di una virtù importante
“Se manca la speranza, tutte le altre virtù rischiano di sgretolarsi e di finire in cenere. Se non esistesse un domani affidabile, un orizzonte luminoso, non resterebbe che concludere che la virtù sia una fatica inutile” – ha spiegato. Ma cos’è la speranza e perché il suo ruolo nella vita di ciascuno di noi è così importante? “La speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo il regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo”.
Dall’altro lato, però, Francesco ha anche spiegato che la speranza è quel qualcosa che dà le risposte giuste al nostro cuore, in particolare quando siamo perduti e sfiduciati: “[…] Tutti ci accorgiamo che una risposta negativa a queste domande produce tristezza. Se non c’è un senso al viaggio della vita, se all’inizio e alla fine c’è il nulla, allora ci domandiamo perché mai dovremmo camminare: da qui nasce la disperazione dell’uomo, la sensazione della inutilità di tutto. E molti potrebbero ribellarsi: ‘Mi sono sforzato di essere virtuoso, di essere prudente, giusto, forte, temperante. Sono stato anche un uomo o una donna di fede… A che cosa è servito il mio combattimento, se tutto finisce qui?” – spiega.
Perché, spesso, pecchiamo contro la speranza?
Ed è quei che Francesco punta la nostra attenzione: se crediamo nella resurrezione di Cristo, allora crediamo che nessuna sconfitta o morte è per sempre: “[…] Il cristiano ha speranza non per merito proprio […] La speranza è una virtù contro cui pecchiamo spesso. Pecchiamo contro la speranza quando ci abbattiamo davanti ai nostri peccati, dimenticando che Dio è misericordioso ed è più grande del nostro cuore”.
C’è qualcosa che dobbiamo avere sempre in mente, ci dice il Papa: “Quando l’amore di Dio cessa di essere un fuoco eterno e non abbiamo il coraggio di prendere decisioni che ci impegnano per tutta la vita”. E da qui la necessità anche di capire di come il mondo abbia bisogno della speranza che è “una virtù che cammina a stretto contatto con la speranza”: “Desiderano ostinatamente la pace, e anche se alcuni hanno fretta e vorrebbero tutto e subito, la pazienza ha la capacità dell’attesa […]
La speranza è la virtù di chi ha il cuore giovane; e qui non conta l’età anagrafica […] Andiamo avanti e chiediamo la grazia di avere la speranza […] Preghiamo perché il Signore ci dia questa grande virtù della speranza, accompagnata dalla pazienza” – conclude Francesco.