Nessuna preghiera rivolta alla Vergine Maria finisce inascoltata. È stata proprio la Madre di Dio al centro dell’Udienza generale di papa Francesco, alla vigilia della solennità dell’Annunciazione.
Maria è “madre” e non “corredentrice”: l’unico redentore è suo figlio Gesù Cristo, “non ce ne sono altri”, ha ribadito il Pontefice, durante la catechesi.
“Sappiamo che la via maestra della preghiera cristiana è l’umanità di Gesù – ha sottolineato il Papa –. Infatti, la confidenza tipica dell’orazione cristiana sarebbe priva di significato se il Verbo non si fosse incarnato, donandoci nello Spirito la sua relazione filiale con il Padre”.
Soltanto Gesù Cristo è “mediatore”, solo lui è “il ponte che attraversiamo per rivolgerci al Padre”. Ogni preghiera elevata a Dio “è per Cristo, con Cristo e in Cristo e si realizza grazie alla sua intercessione”, al punto che “non c’è altro nome nel quale possiamo essere salvati”.
Proprio dall’“unica mediazione di Cristo”, prendono “senso e valore”, tutti gli altri riferimenti della nostra preghiera, a partire da quelli alla Vergine Maria. Le chiese orientali la raffigurano spesso come l’Oditrigia, ovvero “colei che indica la via”, cioè “il Figlio Gesù Cristo”.
In tutta l’iconografia cristiana, la presenza di Maria è particolarmente assidua “ma sempre in relazione al Figlio e in funzione di Lui”. In qualunque raffigurazione, “le sue mani, i suoi occhi, il suo atteggiamento sono un “catechismo” vivente e sempre segnalano il cardine, il centro: Gesù”.
Anche alle nozze di Cana (Gv 2,1-11), Maria si pone come la “prima discepola”, ha osservato il Santo Padre. In tutta la sua “vita terrena”, Maria conserva il suo ruolo di “umile ancella del Signore”.
Gesù ha quindi “esteso la maternità di Maria a tutta la Chiesa quando le ha affidato il discepolo amato, poco prima di morire in croce. Da quel momento, noi siamo collocati tutti sotto il suo manto, come si vede in certi affreschi o quadri medievali”.
Vi sono tanti attributi che si danno a Maria: “Quante cose belle dice alla mamma un figlio che le vuol bene”, ha detto il Santo Padre. Ella, però, ha aggiunto, non è “corredentrice”, né tantomeno “dea”.
Fin dalle origini, Maria è stata pregata con tanti epiteti: “piena di grazia”, “benedetta fra le donne”, fino al titolo di “Theotokos”, “Madre di Dio”, sancito dal Concilio di Efeso.
Come nel Padre Nostro, anche nell’Ave Maria, “dopo la lode aggiungiamo la supplica: chiediamo alla Madre di pregare “per noi peccatori”, perché interceda, “adesso e nell’ora della nostra morte”.
“Maria è sempre presente al capezzale dei suoi figli che partono da questo mondo”. È stata presente, ha sottolineato il Papa, “nei giorni di pandemia, vicino alle persone che purtroppo hanno concluso il loro cammino terreno in una condizione di isolamento, senza il conforto della vicinanza dei loro cari”.
Le preghiere rivolte a Maria “non sono vane”. Lo stesso “sì”, con cui accolse “con prontezza” l’invito dell’Angelo, lo ripete anche “alle nostre suppliche”. Maria “ascolta le nostre voci, anche quelle che rimangono chiuse nel cuore, che non hanno la forza di uscire ma che Dio conosce meglio di noi stessi”.
Maria è infine una “buona madre”, che “ci difende nei pericoli, si preoccupa per noi, anche quando noi siamo presi dalle nostre cose e perdiamo il senso del cammino, e mettiamo in pericolo non solo la nostra salute ma la nostra salvezza”.
“Maria è lì, a pregare per noi, a pregare per chi non prega. Perché lei è la nostra Madre”, ha quindi concluso il Papa.
Luca Marcolivio
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