Papa Francesco ha aperto questo 2018 con un udienza generale in aula Papa Paolo VI spiegando ai presenti il significato dell’atto penitenziale, continuando di fatto il filone delle catechesi sulla Celebrazione eucaristica. L’intento del Santo Padre era quello di fare capire ai presenti come fare esperienza di dolore possa aprirci idealmente ad accogliere Dio nel nostro cuore, ma anche di far comprendere che questa apertura a Dio è possibile solo a chi riconosce di aver commesso un errore, un peccato e si rimette alla Misericordia divina.
Il pontefice, infatti, comincia la sua predica ponendo una domanda ai presenti: “Che cosa può donare il Signore a chi ha già il cuore pieno di sé, del proprio successo? A cui aggiunge subito dopo una risposta netta: “Nulla”. Perché? Semplice, il presuntuoso è così convinto di essere nel giusto che non lascia spazio all’errore e di conseguenza non lascia spazio nemmeno al perdono. Papa Francesco aggiunge, quindi, che sono numerosi gli esempi nella Bibbia di uomini convinti di non commettere peccato che ad un certo punto si rendono conto del loro errore e tolgono la maschera di superiorità, abbandonandosi alla misericordia divina (Re David, il figliol prodigo, ma anche San Pietro).
Esattamente come loro, quelli che sono convinti di essere nel giusto dovrebbero fare un esame di coscienza e fare come chi sa delle proprie miserie e china lo sguardo con umiltà, in quell’istante su di loro discenderebbe la misericordia e il loro cuore sarebbe ricettivo, pronto ad accogliere il perdono di Dio. Quello del Papa è un invito a riconoscere i nostri errori, a non nascondere che i nostri pensieri sono spesso “Mondani”, poiché è per questo motivo che quando ci si confessa si afferma di aver peccato in azioni, opere e pensieri. Questa sottolineatura è fondamentale per il discorso del Santo Padre che spiega come: “Non basta non fare del male al prossimo, occorre scegliere di fare il bene cogliendo le occasioni per dare buona testimonianza”.
In conclusione Papa Francesco evidenzia come il peccato tagli, divida dai fratelli e da Dio e che per questo motivo nell’atto penitenziale si chiede il perdono di entrambi. Per ricevere il perdono, però, non basta ammettere di aver peccato, serve anche ammettere di essere l’unica causa e origine del male commesso, infatti spiega ancora il Papa: “Battersi il petto significa poi riconoscere che il peccato è per colpa mia e non puntare il dito per accusare gli altri”.
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