Il ciclo di catechesi del Santo Padre sulla preghiera si chiude sulla preghiera più importante: quella di Cristo sulla croce.
Gesù si “immerge” tanto così tanto nella preghiera “perché il dialogo con il Padre è il nucleo incandescente di tutta la sua esistenza”. Lo ha ricordato papa Francesco durante l’udienza generale odierna.
Dai Vangeli apprendiamo come “la preghiera di Gesù si sia fatta ancora più intensa e fitta nell’ora della sua passione e morte”. Sono questi “avvenimenti culminanti”, infatti, il “nucleo centrale della predicazione cristiana, il kerygma”.
La Passione, la Morte e la Resurrezione gettano infatti “luce su tutto il resto della vicenda di Gesù”, il quale “non è stato un filantropo che si è preso cura delle sofferenze e delle malattie umane” ma è andato molto oltre.
In Lui non c’è solo la “bontà” ma c’è, soprattutto, la “salvezza”: non una “salvezza episodica”, come può essere la guarigione da una malattia o da un “momento di sconforto” ma la “salvezza totale, quella messianica, quella che fa sperare nella vittoria definitiva della vita sulla morte”.
Durante la sua “ultima Pasqua”, troviamo Gesù in preda ad una “angoscia mortale” nell’orto del Getsemani. È proprio qui, che si rivolge al Padre con l’espressione confidenziale di “Abbà”, Papà (cfr Mc 14,36).
La stessa parola, “Abbà”, la ripeterà sulla croce. “È la preghiera più ardita – ha commentato il Santo Padre – perché sulla croce Gesù è l’intercessore assoluto: prega per gli altri, per tutti, anche per coloro che lo condannano”. Soltanto un “povero malfattore”, il Buon Ladrone, si schiererà dalla sua parte: tutti gli altri “erano contro di lui o indifferenti”.
“Nel pieno del dramma, nel dolore atroce dell’anima e del corpo – ha proseguito il Pontefice – Gesù prega con le parole dei salmi; con i poveri del mondo, specialmente con quelli dimenticati da tutti, pronuncia le parole tragiche del salmo 22: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (v. 2)”.
È proprio durante la Passione e, in particolare sulla croce, che Gesù prega per tutta l’umanità, anche futura. “Ognuno di voi può dire: Gesù ha pregato per me”, ha detto il Papa.
Con l’Udienza Generale di oggi, Bergoglio ha chiuso il ciclo delle catechesi. La “cosa più bella da ricordare”: “la grazia che noi non solamente preghiamo, ma che, per così dire, siamo stati ‘pregati’, siamo già accolti nel dialogo di Gesù con il Padre, nella comunione dello Spirito Santo. Siamo stati voluti in Cristo Gesù – ha concluso il Papa – e anche nell’ora della passione, morte e risurrezione tutto è stato offerto per noi”.
Luca Marcolivio
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