Udienza generale, Mercoledì delle Ceneri | Il Papa smaschera un falso mito dei nostri tempi

Il Santo Padre tocca il tema della pandemia, è di come ha messo fine, sia pure in modo molto doloroso, ad una grande illusione: in compenso ha acceso una speranza per tutte le generazioni.

Proseguendo il ciclo di catechesi sugli anziani nella Bibbia, durante l’udienza generale, papa Francesco si è soffermato su uno dei suoi cavalli di battaglia.

La saggezza della vita richiede tempo

Nel racconto biblico, colpisce, da sempre, l’“enorme longevità” dei patriarchi. “Questa cadenza secolare dei tempi, narrata con stile rituale, conferisce al rapporto fra longevità e genealogia un significato simbolico profondo”, ha spiegato il Santo Padre.

È come se – ha proseguito – la trasmissione della vita umana, così nuova nell’universo creato, chiedesse una lenta e prolungata iniziazione”. Quindi, la nuova vita, “nella tensione fra la sua origine “a immagine e somiglianza” di Dio e la fragilità della sua condizione mortale, rappresenta una novità tutta da scoprire.

Ciò richiede “un lungo tempo di iniziazione, in cui è indispensabile il sostegno reciproco tra le generazioni, per decifrare le esperienze e confrontarsi con gli enigmi della vita”.

Oggi, “i tempi della trasmissione si riducono – ha osservato il Pontefice – ma i tempi dell’assimilazione chiedono sempre pazienza. L’eccesso di velocità, che ormai ossessiona tutti i passaggi della nostra vita, rende ogni esperienza più superficiale e meno ‘nutriente’”.

I giovani sono dunque “vittime inconsapevoli di questa scissione fra il tempo dell’orologio, che vuole essere bruciato, e i tempi della vita, che richiedono una giusta ‘lievitazione’”.

Hanno senso i ritmi forsennati di oggi?

Poiché la vecchiaia, al contrario, “impone ritmi più lenti”, perdere il contatto con questi ritmi, chiude la possibilità di aprire “spazi di senso della vita sconosciuti all’ossessione della velocità”.

È in quest’ottica, ha ricordato il Papa, che lui stesso ha istituito “la festa dei nonni, nell’ultima domenica di luglio”. Lo spirito è quello dell’“alleanza tra le due generazioni estreme della vita”, al fine di “legarsi a vicenda per rendere l’esistenza di tutti più ricca in umanità”.

Se, tuttavia, un giovane “non è legato alle sue radici” e “ai nonni”, finisce per “crescere malato, senza riferimenti: per questo è necessario un “dialogo tra generazioni”.

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Secondo Francesco, “la sovrapposizione delle generazioni diventerebbe fonte di energia per un umanesimo realmente visibile e vivibile”. Al contrario, “la città moderna è tendenzialmente ostile agli anziani e non per caso lo è anche per i bambini”: è il sintomo di una “società dello scarto” che “scarta i bambini non voluti e i vecchi”.

L’“eccesso di velocità” spazza via tutti “come coriandoli” e “polverizza la vita, non la rende più intensa”. Bisognerebbe, piuttosto, imparare a “perdere tempo” in particolare quando si torna a casa e si incontrano i bambini o gli anziani: “perdere tempo fortifica la famiglia umana”, ha ribadito Bergoglio.

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Preghiera per gli anziani ucraini nei bunker

La pandemia ha imposto “molto dolorosamente” una “battuta d’arresto al culto ottuso della velocità: in questo periodo “i nonni hanno fatto da argine alla “disidratazione” affettiva dei più piccoli”.

La riscoperta di una “alleanza visibile delle generazioni” ci restituisce allora “la speranza di non abitare la vita invano”: questa alleanza è “indispensabile”. “Dio ci aiuti a trovare la musica adatta per questa armonizzazione, una vera sinfonia di dialogo”, ha quindi concluso il Pontefice.

Prima dei saluti finali, il Papa ha riferito che il frate che ha letto i saluti in lingua polacca è, in realtà, “ucraino” e che i suoi genitori sono attualmente in qualche bunker, nel loro paese “a rifugiarsi dalle bombe. Con l’occasione, Francesco si è impegnato ad accompagnare con la preghiera “tutto il popolo” ucraino e “gli anziani che stanno sotto terra per difendersi”.

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