Papa Francesco ha scelto un tema molto particolare per l’udienza di oggi: la missione, e ha posto un santo al centro della sua catechesi.
Il pensiero di questa mattina è rivolto al più grande missionario dei tempi moderni, e dei tanti che hanno speso e continuano a spendere la loro vita lontano da casa per evangelizzare e portare la Parola di Dio nel mondo.
Non solo consacrati, ma anche tanti sono i laici che si spendono per le missioni nelle varie parti del mondo.
Papa Francesco e lo sguardo ai missionari
Un’udienza ed una catechesi molto particolare quella che Papa Francesco ha deciso di intraprendere oggi. Torna, nuovamente, il tema dell’evangelizzazione, che è stato il punto fermo delle sue catechesi anche prima del periodo pasquale. Ma, questa volta, lo è sotto un’altra veste, quella dello sguardo e delle azioni concrete di chi la missione la vive per davvero e sulla propria pelle.
Non solo sacerdoti e suore, ma anche tantissimi consacrati sono nel cuore e nel pensiero di Francesco oggi. Missioni non per forza all’estero o nei paesi più lontani e poveri del mondo, ma anche in Italia: “Ci sono tanti sacerdoti, laici e suore che vanno in missione, anche in Italia. Ci sono tante donne e uomini che hanno fatto questo in modo esemplare, tanti missionari nascosti. E questo è grande, uscire dalla patria per predicare il Vangelo” – ha detto il Papa.
Al centro della sua catechesi, un Santo: Francesco Saverio, considerato uno dei più grandi missionari dei tempi moderni: “Un giovane simpatico e brillante, eccelle nello sport e nello studio. Nel suo collegio incontra un compagno più anziano e un po’ speciale: Ignazio di Loyola. Lascia la sua carriera mondana per diventare missionario. Fa i voti, diventa sacerdote e va inviato all’Oriente. A quel tempo i sacerdoti inviati in Oriente erano inviati a mondi sconosciuti, e lui va lì perché era pieno di zelo apostolico” – spiega il Pontefice.
L’attenzione a San Francesco Saverio
Sono loro i primi missionari che partono, spinti solo dalla voglia e dalla volontà di annunciare la Parola di Cristo al mondo intero. Viaggi duri dove non sempre, i missionari arrivavano a destinazione. Francesco Saverio arriva in India ma decide di non potersi fermare lì, perché tutti, ma proprio tutti dovevano conoscere il Vangelo: “[…] Lascia in buone mani il lavoro già avviato e salpa con coraggio per le Molucche, le isole più lontane dell’arcipelago indonesiano, dove in due anni di lavoro fonda diverse comunità cristiane. Che coraggio avevano questi santi missionari, anche quelli di oggi”.
Il Papa, inoltre, spiega come, anche nelle missioni di oggi, i pericoli sono tanti ma, come per i missionari di allora, anche per quelli di oggi, le difficoltà vengono accolte come parte del viaggio, dell’evangelizzazione. San Francesco Saverio guardava alla sua evangelizzazione in Oriente: “In Giappone Saverio capisce che il Paese decisivo per la missione nell’Asia era un altro: la Cina. “Ma il suo disegno fallisce: egli muore alle porte della Cina, sulla piccola isola di Sancian, davanti alle coste cinesi, aspettando invano di poter sbarcare […] Il 3 dicembre 1552, in totale abbandono, solo un cinese è accanto a lui a vegliarlo” – spiega.
Il monito ai giovani missionari: “Guardate a Francesco Saverio”
Francesco, nella conclusione, lancia un monito a tuti coloro, soprattutto ai giovani che si apprestano a partire per una missione: “L’amore di Cristo è stato la forza che lo ha spinto sino ai confini più lontani […] Tanti giovani hanno questa inquietudine e non sanno cosa fare. Guardate a San Francesco Saverio, guardate all’orizzonte del mondo, guardate ai poveri con tante necessità, guardate tanta gente che soffre, che ha bisogno di conoscere Gesù”.