Nell’Udienza Generale di oggi papa Francesco prosegue il ciclo dedicato ai testimoni della fede cristiana che hanno annunciato con la loro vita il Vangelo.
Eucarestia, preghiera incessante, semplicità, apostolato della mitezza. Sono questi i tratti caratteristici del santo di cui ha parlato oggi Francesco.
Stavolta la figura protagonista dell’Udienza Generale del mercoledì è quella del santo del deserto tanto amato da papa Francesco che nel 2020 gli ha dedicato le ultime righe della sua enciclica Fratelli tutti.
Francesco ha ricordato a tutti il segreto di di Charles de Foucauld, il motore di un cammino di trasformazione che lo ha portato a sentirsi «fratello di tutti». Dopo una gioventù disordinata e lontana da Dio, dedita solo alla ricerca del piacere, Charles si converte accogliendo il perdono di Dio nella confessione.
Il primo comandamento: “perdere la testa” per Gesù
In una lettera a un amico Fratel Carlo confessa la ragione della sua esistenza: «Ho perso il mio cuore per Gesù di Nazareth». È questa la prima grande verità trasmessaci da Charles de Foucauld, sottolinea il Papa: «Il primo passo per evangelizzare è aver Gesù al centro del cuore: è “perdere la testa” per Lui!».
Senza questo incontro personale si rischia di ridurre il “fatto cristiano” a un sistema astratto: a un insieme di regole morali o di gruppo. Allora si parla di tutto, ma non di Gesù. Non del suo amore e della sua misericordia. Una tentazione, nota Francesco, in cui rischiano di cadere soprattutto alcuni movimenti nuovi troppo concentrati su di sé e sulla propria spiritualità, non su Gesù.
La domanda da farsi oggi allora è: «Io ho Gesù al centro del cuore? Ho “perso un po’ la testa” per Gesù?». Charles de Foucauld decisamente sì. Al punto, prosegue il Papa, di passare «dall’attrazione all’imitazione di Gesù». Così va in Terra Santa per visitare i luoghi dove ha vissuto il Signore. È a Nazareth che comprende di «doversi formare alla scuola di Cristo». Così passa lunghe ore a leggere i Vangeli e si sente un «piccolo fratello di Gesù».
Mettere Gesù-Eucarestia al centro del cuore
Conoscendo Gesù, nasce in lui anche il desiderio di farLo conoscere. «Tutta la nostra esistenza deve gridare il Vangelo», dice Fratel Charles. Decide così di stabilirsi in regioni lontane per gridare il Vangelo nel silenzio, nella povertà e nel nascondimento. Va nel deserto del Sahara, tra i non cristiani, a praticare quello che Francesco chiama l’«apostolato della mitezza».
È nell’Eucarestia che Charles de Foucauld trova la spinta per evangelizzare. Sua convinzione è che sia la vita eucaristica ad evangelizzare: è Gesù il primo evangelizzatore. Così sta in preghiera davanti al tabernacolo per una decina di ore al giorno, a dimostrazione che l’evangelizzazione trova nell’adorazione il suo inizio.
Charles de Foucauld – ricorda Francesco – si diceva «servitore di uno che è molto più buono di me» e faceva testimonianza, non proselitismo. Evangelizzava per attrazione, non per proselitismo. Si sentiva «fratello universale che mostra la forza universale della mitezza e della tenerezza». Lo stile di Dio è questo, sottolinea Francesco: è fatto di vicinanza, compassione e tenerezza.
Il santo del deserto è stato anche un precursore dell’apostolato dei laici, fa notare Francesco, e ha evangelizzato con uno stile semplice. «La bontà è semplice e chiede di essere persone semplici che non hanno paure di donare un sorriso» ha detto il Papa in conclusione dell’Udienza invitando a guardare all’esempio attualissimo di Charles de Foucauld.