Papa Francesco, nell’udienza di questa mattina in Piazza San Pietro, la prima dopo la Santa Pasqua, torna a parlare nuovamente di San Paolo apostolo.
Ed unisce insieme, per la prima volta, lo zelo apostolico del Santo delle genti con la capacità ad evangelizzare che, ognuno di noi, deve avere.
Annunciare evangelizzando, muovendosi e camminando, per poter raggiungere chiunque vuole e cerca di ascoltare la Parola di Dio.
Papa Francesco torna a parlare di San Paolo
Nella sua prima udienza dopo la Santa Pasqua, Papa Francesco torna, ancora una volta, al suo ciclo di catechesi sulla figura di San Paolo apostolo. “Chi va ad annunciare si deve muovere, deve camminare!” – descrive, partendo da una metafora molto particolare, quella della calzatura.
La calzatura vista non solo come parte dell’equipaggiamento di qualcuno che va in battaglia, come lo stesso San Paolo più volte spiega. Ma essa rappresenta, anche, il segno dell’appoggio, della sicurezza contro le insidie del terreno. E Francesco parte proprio da questo: lo zelo apostolico è come una scarpa per ciascuno di noi.
“[…] E’ l’appoggio su cui si basa l’annuncio, e gli annunciatori sono un po’ come i piedi del corpo di Cristo che è la Chiesa” – ha spiegato il Papa. Da qui, la necessità di confermare, sempre e con forza, che evangelizzare non lo si fa da fermi, ma muovendosi, camminando, raggiungendo tutti coloro che ancora non conoscono Gesù, che hanno sete della sua Parola.
Il Vangelo si annuncia camminando
Il Pontefice afferma anche che “non si annuncia il Vangelo da fermi, chiusi in un ufficio, alla scrivania o al computer”, ma lo si fa, invece, camminando. Non bisogna essere trasandati, ma pronti, preparati per annunciare il Vangelo di Gesù.
L’attenzione del Papa si sposta, poi, all’anniversario (ricorso ieri) dell’enciclica di Papa Giovanni XXIII “Pacem in terris”. “Prego perché i capi nazioni se ne lascino ispirare nei progetti e nelle decisioni […] Il Papa aprì davanti a tutti l’orizzonte ampio in cui poter parlare di pace e costruire la pace. Nel disegno di Dio sul mondo e sulla famiglia umana, quell’enciclica fu una vera benedizione, come uno squarcio di sereno in mezzo a nubi oscure. Il suo messaggio è attualissimo” – spiega.
Una pace che sembra così difficile da attuarsi, anche a distanza di tanti anni e con la guerra sempre a portata di mano. Per questo, Francesco ha, ancora una volta senza mai stancarsi, invitato a pregare per l’Ucraina: “Oggi che il mondo è sempre più provato dalle guerre e si allontana da Dio, abbiamo ancora più bisogno della Misericordia del Padre”.
Dando appuntamento a domenica, giorno della Divina Misericordia, Francesco lancia un ulteriore appello: “Pensiamo alla misericordia di Dio, che sempre ci accoglie sempre ci accompagna, mai ci lascia da soli”.