Durante l’udienza settimanale il Santo Padre ha posto l’attenzione su un aspetto particolare della nostra fede: come annunciare il Vangelo in modo concreto.
Nonostante il cattivo tempo, tantissimi fedeli non hanno rinunciato all’appuntamento del mercoledì in piazza San Pietro con Papa Francesco.
Predicare il Vangelo anche nella vita di tutti i giorni, in modo concreto e non astratto. Vediamo insieme cosa ha detto Francesco.
Papa Francesco ed il coraggio del Vangelo
Davanti ad una Piazza San Pietro gremita di fedeli, nonostante il tempo non promettesse nulla di buono, Papa Francesco ha tenuto la sua settimanale udienza con la catechesi. Un incontro atteso dai fedeli che vogliono ascoltare la voce del Santo Padre e cosa ha da dire loro. E, come ogni udienza, il Papa sceglie un tema da trattare.
Quello di oggi ha a che fare con la fede: “La fede va inculturata e la cultura va evangelizzata. Inculturazione della fede ed evangelizzazione della cultura, sempre!” – introduce a braccio, parlando dei Santi Cirillo e Metodio, chiamati anche con l’appellativo di Apostoli degli slavi. “Non si può predicare il Vangelo in astratto, distillato: il Vangelo va inculturato, è anche espressione della cultura” – spiega.
Da lì, la scelta di raccontare e spiegare come il Santo Cirillo abbia introdotto uno strumento adatto affinchè tutti i popoli slavi comprendessero la Parola del Signore, inventando l’alfabeto glagolitico, traducendo la Bibbia e i testi liturgici: “La gente sente che quella fede cristiana non è più straniera – si è ‘inculturizzata’ – ma diventa la loro fede, parlata nella lingua materna. Pensate: due monaci greci che danno un alfabeto agli slavi. È questa apertura di cuore che ha radicato il Vangelo tra di loro. Non avevano paura questi due, erano coraggiosi”.
Santi Cirillo e Metodio: il coraggio di annunciare la Parola di Dio
Francesco ha posto i due santi al centro della sua udienza, anche parlando e ponendo l’attenzione sulla loro libertà: “Una persona è libera quanto più è coraggiosa e non si lascia incatenare […] I greci, il Papa, gli slavi: a quel tempo c’era in Europa una cristianità non divisa, che collaborava per evangelizzare. Nella predicazione ci vuole libertà, ma sempre la libertà ha bisogno del coraggio” – spiega.
Certo, anche loro nel corso della predicazione, hanno incontrato degli ostacoli: “La lotta dentro nella Chiesa, sempre così!” – ha commentato il Pontefice. Da questo, l’attenzione di Francesco si è spostata sulla Terra Santa: “Penso sempre alla grave situazione in Palestina e in Israele […] Incoraggio il rilascio degli ostaggi e l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza. Continuo a pregare per chi soffre e a sperare in percorsi di pace in Medio Oriente, nella martoriata Ucraina e nelle altre regioni ferite dalla guerra” – ha concluso.