Evangelizzare? Non si fa da soli né in circoletti esclusivi, per soli “eletti”, ammonisce il Papa, tornato su un tema ricorrente del suo pontificato.
Anche nell’udienza generale di questo mercoledì papa Francesco ha messo l’evangelizzazione al centro della sua catechesi.
«L’evangelizzazione si fa sempre in ecclesia, cioè in comunità, e senza mai fare proselitismo: quella non è evangelizzazione». Lo ha detto, parlando a braccio, Papa Francesco.
Evangelizzazione e zelo apostolico
Anche l’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro è stata dedicata al tema dell’evangelizzazione e dello zelo apostolico. Il pontefice si è soffermato a lungo sul Concilio Vaticano II, richiamandosi ai testi conciliari «per scoprire che evangelizzare è sempre un servizio ecclesiale, mai solitario, mai isolato, mai individualistico». Mai dimenticare che l’evangelizzazione è un servizio in comunità, con la Chiesa, mai senza la Chiesa (o perfino contro).
Francesco ha ricordato che tra il primo Concilio, quello di Gerusalemme, e l’ultimo Concilio (il Vaticano II appunto) c’è «un ponte». Un ponte «nel segno dell’evangelizzazione, un ponte il cui architetto è lo Spirito Santo», ricorda papa Bergoglio.
«L’evangelizzatore, infatti, trasmette sempre ciò che lui stesso o lei stessa ha ricevuto. Lo scriveva per primo San Paolo: il vangelo che lui annunciava e che le comunità ricevevano e nel quale rimanevano salde è quello stesso che l’apostolo aveva a sua volta ricevuto. Si riceve la fede e si trasmette la fede», ha detto il papa argentino.
Due tentazioni: procedere in solitaria e secondo una logica mondana
È questo «dinamismo ecclesiale di trasmissione del messaggio», insiste il Papa a garantire «l’autenticità dell’annuncio cristiano”. A tal riguardo Francesco ha citato la lettera di San Paolo ai Galati: «Se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema». Poi ha commentato a braccio: «È bello questo, e questo viene bene a tante visioni che sono alla moda». Da qui una certezza, ossia che «la dimensione ecclesiale dell’evangelizzazione costituisce perciò un criterio di verifica dello zelo apostolico».
«La tentazione di procedere in solitaria è sempre in agguato, specialmente quando il cammino si fa impervio e sentiamo il peso dell’impegno», ammonisce il Papa, secondo il quale è «altrettanto pericolosa è la tentazione di seguire più facili vie pseudo-ecclesiali, di adottare la logica mondana dei numeri e dei sondaggi, di contare sulla forza delle nostre idee, dei programmi, delle strutture, delle relazioni che contano». «Questo non va, questo deve aiutare un po’, ma il principale è un’altra cosa», ha commentato a braccio Francesco. Ciò che conta è «la forza che lo Spirito ti dà per annunciare il Vangelo, tutte le altre cose non sono necessarie».
Ciascun battezzato è evangelizzatore
Lo zelo apostolico poi non è un generico entusiasmo, ma una grazia di Dio. Nella Chiesa poi non ci sono soggetti attivi e soggetti passivi. Tutti sono coinvolti, ha detto Francesco citando l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium: «Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione» (n. 120). Tutti siamo discepoli mandati in missione.
Francesco poi ha messo in guardia contro la tentazione dell’esclusivismo, dell’elitismo. «L’amore di Dio non è per un gruppetto soltanto, è per tutti: quella parola mettetevela bene nel cuore, tutti, nessuno escluso», ha ribadito con forza il Papa durante la catechesi dell’udienza di oggi, consacrata al tema dello zelo apostolico.
Servi, non padroni
Lo zelo missionario del credente è anche ricerca di nuovi modi per evangelizzare. «L’evangelizzazione è un servizio», ricorda Francesco. Chi adotta atteggiamenti padronali, chi si crede padrone in questo campo «non è un evangelizzatore», fa osservare Francesco, «è un poveraccio».
Il Papa ha sottolineato anche il retaggio del Concilio Vaticano II, a partire dal decreto Ad gentes. «L’amore del Padre ha per destinatario ogni essere umano», ha detto il Papa. «È un amore che raggiunge ogni uomo e donna attraverso la missione del Figlio, mediatore della salvezza e nostro redentore, e mediante la missione dello Spirito Santo, che opera in ciascuno, sia nei battezzati sia nei non battezzati».