Nella sua udienza di questa mattina, Papa Francesco ci accompagna alla conoscenza di coloro che hanno donato la vita per Cristo fino in fondo.
“I martiri non vanno visti come eroi – afferma Francesco – ma sono molto di più”. Sono come dei “frutti maturi della vigna del Signore”. Una metafora semplice ma efficace che ha portato tutti a comprenderne il valore.
Francesco ha sottolineato, nella sua catechesi, incentrata proprio sui martiri, anche altri aspetti particolari di queste speciali figure.
I martiri visti da Francesco
Un’udienza molto particolare quella che Papa Francesco ha tenuto questa mattina in Piazza San Pietro. Davanti a tantissimi fedeli lì riuniti, il Pontefice ha aperto la sua catechesi ponendo l’attenzione sulla figura del martire e sul suo vero valore cristiano. “I martiri non vanno visti come eroi che hanno agito individualmente, come fiori spuntati in un deserto, ma come frutti maturi ed eccellenti della vigna del Signore, che è la Chiesa” – ha spiegato.
Chi sono i martiri, allora per ciascuno di noi? Non degli eroi ma, dopo gli apostoli, sono loro i veri testimoni del Vangelo. Il termine “martirio”, ricorda Francesco, vuol dire proprio “testimonianza”: “Un martire è un testimone, è uno che dà testimonianza. Tuttavia, ben presto nella Chiesa si è usata la parola martire per indicare chi dava testimonianza fino all’effusione del sangue” – spiega il Papa.
Ma, dalle origini della Chiesa ad oggi, tantissimi sono stati i martiri: “Sono più numerosi nel nostro tempo che nei primi secoli” – ha sottolineato, con dolore, il Papa. Una catechesi dedicata proprio a loro, ai martiri, uomini e donne, di ogni lingua, età e nazione che hanno donato la vita per Gesù.
Tanti muoiono nel nome di Gesù ancora oggi
“Oggi sono tanti i martiri nella Chiesa, tanti, perché per confessare la vita cristiana sono cacciati via dalla società o vanno in carcere: sono tanti!” – continua Francesco che ha voluto soffermarsi su di un punto in particolare: “I martiri, a imitazione di Gesù e con la sua grazia, fanno diventare la violenza di chi rifiuta l’annuncio una occasione suprema di amore, che arriva fino al perdono dei propri aguzzini. I martiri perdonano sempre gli aguzzini”.
Un passaggio forte che vede come esempio proprio il primo martire della Chiesa, Stefano che morì dicendo (riferito proprio ai suoi aguzzini) le stesse parole di Gesù: “Perdonali, perché non sanno quello che fanno”.
Il Papa guarda anche alle tante persecuzioni contro i cristiani in atto ai giorni nostri, e ai tanti martiri che, ancora oggi, donano la loro vita per Cristo: “I martiri ci mostrano che ogni cristiano è chiamato alla testimonianza della vita, anche quando non arriva all’effusione del sangue, facendo di sé stesso un dono a Dio e ai fratelli, ad imitazione di Gesù”.
C’è un punto sul quale Francesco insiste: non si deve mai uccidere in nome di Dio. “Preghiamo dunque, perché non ci stanchiamo di dare testimonianza al Vangelo anche in tempo di tribolazione” – conclude.