L’abbraccio del Papa con il capo della Chiesa ortodossa copta, il patriarca Tawadros II. Il suo lungo saluto a Papa Francesco e, insieme, il ricordo dei tanti martiri ancora presenti in terra libica.
In una piazza San Pietro bagnata dalla pioggia, Papa Francesco incontra, come di consueto i fedeli per l’udienza settimanale e un incontro speciale.
Il Santo Padre ha ribadito la sua vicinanza e fratellanza alla chiesa copta. Ascoltiamo le sue parole.
C’era chi pensava che la pioggia battente avrebbe fermato i tanti fedeli che, ogni mercoledì, affollano piazza San Pietro per ascoltare la catechesi settimanale di Papa Francesco, ma così non è stato, anzi. Non solo tantissimi fedeli lo hanno atteso con impazienza, ma c’era anche una personalità ad attendere l’arrivo di Francesco: il patriarca Tawadros II, Papa d’Alessandria e capo della Chiesa ortodossa copta.
Un legame, una fratellanza ed un’amicizia profonda quella che lega i due capi della Chiesa da tanto tempo. Ed è stato lo stesso Francesco ad affermarlo: “Ci chiamiamo al telefono, ci mandiamo i saluti e rimaniamo fratelli. Non abbiamo litigato!” – ha spiegato.
Un ospite speciale che Francesco ha fatto sedere accanto a lui nel corso della sua udienza: “Sua Santità Tawadros ha accettato il mio invito a venire a Roma per celebrare con me il cinquantesimo anniversario dello storico incontro di Papa San Paolo VI e Papa Shenouda III, nel 1973” – ha raccontato. Si trattava, infatti, del primo incontro fra un patriarca della chiesa ortodossa ed un vescovo di Roma, “che culminò con la firma di una memorabile dichiarazione cristologica comune, esattamente il 10 maggio” – ha spiegato Francesco.
Dieci anni fa, proprio in questa data, il patriarca della Chiesa d’Alessandria venne a Roma per la prima volta a trovare Francesco e, da quel giorno, un’intensa amicizia si è stretta fra i due. Amicizia che dura tuttora: “[…] La ringrazio di cuore per il Suo impegno nella crescente amicizia tra la Chiesa copta ortodossa e la Chiesa cattolica” – ha affermato il Papa.
Papa Bergoglio ha, inoltre, rivolto una particolare quanto speciale preghiera: “Santità, cari vescovi e cari amici, insieme a voi imploro Dio Onnipotente, per l’intercessione dei Santi e Martiri della Chiesa copta, affinché ci aiuti a crescere nella comunione, in un unico e santo legame di fede, di speranza e di amore cristiano” – ricordando, anche, tutti i martiri in terra libica che, ancora oggi, ci sono: “Voglio ricordare i martiri sulla spiaggia libica, che sono stati fatti martiri pochi anni fa”.
L’attenzione del Papa, però, non è mancata, in questo mese di maggio, a Maria e, a lei, ha affidato in particolare, l’Ucraina: “Tutti esorto a pregare la Vergine Maria, nel mese a lei dedicato. A lei, consolatrice degli afflitti e Regina della pace, affido la martoriata Ucraina. Mentre partecipate alle preghiere mariane di maggio, recitando il Rosario, ricordatevi soprattutto delle donne e dei bambini afflitti dalla guerra […] Questo sostegno, così come la nostra preghiera per la pace, è necessario anche per la martoriata Ucraina”.
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