Papa Francesco ci aiuta a riflettere su una dinamica, tanto più fondamentale nel giorno in cui la Chiesa inizia il cammino quaresimale.
Il passo che ispira la catechesi è tratto dal Vangelo di Matteo, è quello in cui Gesù affida ai suoi il mandato missionario di andare e fare discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (Mt 28,18-20).
La missione è il motivo per cui ci troviamo in questo mondo.
Per evangelizzare dobbiamo aver incontrato il Signore
“Il Risorto dice: andate a fare discepoli”, ricorda il Santo Padre. Il che non significa fare proseliti ma offrire a ciascuno la possibilità di entrare in contatto con Gesù, di incontrarlo, conoscerlo e amarlo liberamente.
Andate, annunciate, battezzate, sono i verbi del mandato missionario affidatoci da Gesù prima di ascendere al cielo e di inviare lo Spirito Santo, come ci ricorda At 1,8: “avrete forza dallo Spirito e mi sarete testimoni“. Noi evangelizziamo perché abbiamo incontrato il Signore Gesù e siamo convinti che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù e non conoscerlo; camminare con lui o camminare a tentoni, ascoltare o ignorare la sua Parola. La vita con Gesù diventa molto più piena. Siamo fatti per illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare.
Continua Papa Francesco: “Battezzare significa immergere, andare a Battezzare è un’azione vitale, è immergere la propria vita nella Trinità, provando ogni giorno la gioia della presenza di Dio. Come i discepoli restarono chiusi per paura e solo dopo la discesa dello Spirito a Pentecoste i pescatori cambieranno il mondo”. L’annuncio del Vangelo si realizza per la forza dello Spirito che è il vero motore dell’evangelizzazione.
Il coraggio di testimoniare
Suggestivo è il richiamo del Pontefice all’immagine che più di tutte suggerisce lo stile dell’evangelizzazione: la Pentecoste. I discepoli erano riuniti in preghiera. Accolto il dono dello Spirito cominciano a vivere l’esperienza dell’unità e della comunione, infatti, parlavano lingue diverse e si capivano. Pietro si alza e annuncia il Buona novella. Il coraggio della testimonianza è dono dello Spirito che va invocato e accolto.
Lo Spirito Santo opera dove vuole, come vuole e quando vuole. Evangelizzare confidando nell’aiuto dello Spirito Santo che viene in aiuto alla nostra debolezza per mantenere vivo il fervore missionario. Occorre, in altre parole: invocare, confidare, lasciarsi portare dallo Spirito Santo. È evidente che è vitale la preghiera. L’evangelizzatore è uomo di preghiera.
Evangelizzatori che pregano e lavorano
Come non ricordare l’insegnamento di Santa Teresa D’Ávila: «Marta e Maria devono sempre andare d’accordo dentro di te, ossia vivere l’azione con il cuore orante di Maria e la preghiera con l’anima di Marta». Evangelizzare con la certezza che oggi non è più difficile che in passato, è solo diverso. L’uomo è debole, fragile, lotta col peccato in tutte le stagioni della storia. Ma in questa lotta l’uomo non è solo è accompagnato dalla grazia, a rinascere ogni momento.
Non poteva mancare nella riflessione del Papa il pensiero e la preghiera per le persone che soffrono per le calamità naturali e per le guerre. Con il Santo Padre preghiamo perché all’inizio di questa Quaresima possiamo accogliere lo Spirito ed essere portatori di pace e consolazione.