Anche per l’Udienza di oggi, mercoledì 6 dicembre, Papa Francesco ha preferito lasciare la lettura “ad un aiutante”.
La sua presenza, comunque, in aula Paolo VI ha notevolmente rincuorato i fedeli arrivati lì per ascoltare la sua catechesi.
Ancora una volta, il Santo Padre, nei suoi saluti a braccio, ha chiesto la preghiera per il cessate il fuoco di tutte le guerre.
Papa Francesco ancora non al top
Non ancora al top della forma fisica, come di solito siamo abituati a vederlo, Papa Francesco ha deciso comunque di essere presente in Aula Paolo VI e di non rinunciare all’incontro con i fedeli, tanti, arrivati proprio per ascoltare la sua catechesi del mercoledì mattina.
Anche oggi, però, proprio per la lettura della catechesi stessa, il Pontefice ha preferito farsi aiutare da Monsignor Ciampanelli, come aveva già fatto mercoledì scorso e, anche, durante i due Angelus delle due domeniche precedenti. E lui stesso ha spiegato il perché: “Benvenuti tutti. Anche oggi ho chiesto aiuto a mons. Ciampanelli per leggere, perché ancora fatico. Sto molto meglio, ma fatico se parlo troppo. Per questo sarà lui a dire la cosa”.
Nella sua catechesi, il Papa ha voluto porre l’attenzione sul quarto pilastro dello zelo apostolico, ovvero lo Spirito Santo, affinchè ispiri sempre la creatività e la semplicità nel nostro annuncio evangelico: “Senza lo Spirito Santo ogni zelo è vano e falsamente apostolico: sarebbe solo nostro e non porterebbe frutto. Lo Spirito è il protagonista, precede sempre i missionari e fa germogliare i frutti.
Questa consapevolezza ci consola tanto! E ci aiuta a precisarne un’altra, altrettanto decisiva: cioè che nel suo zelo apostolico la Chiesa non annuncia sé stessa, ma una grazia, un dono, e lo Spirito Santo è proprio il Dono di Dio, come disse Gesù alla donna samaritana”.
La sua catechesi letta: si parla dello Spirito Santo
Sempre nella catechesi letta da Monsignor Ciampanelli, Francesco punta il dito, però, sulla necessità di non diventare pigri: “La fiducia non giustifica il disimpegno. La vitalità del seme che cresce da sé non autorizza i contadini all’incuria del campo. […] Il Signore non ci ha lasciato delle dispense di teologia o un manuale di pastorale da applicare, ma lo Spirito Santo che suscita la missione. E l’intraprendenza coraggiosa che lo Spirito infonde ci porta a imitarne lo stile, che sempre ha due caratteristiche: la creatività e la semplicità”.
La creatività, soprattutto nell’annuncio evangelico, è il vero motore dell’azione di Dio che ciascuno di noi deve imitare nella propria condizione: “La nostra epoca non aiuta ad avere uno sguardo religioso sulla vita. L’annuncio è diventato più difficile, faticoso, apparentemente infruttuoso […]
Magari ci si rifugia in zone di sicurezza, come la ripetizione abitudinaria di cose che si fanno sempre, oppure nei richiami allettanti di una spiritualità intimista, o ancora in un malinteso senso della centralità della liturgia. Sono tentazioni che si travestono da fedeltà alla tradizione, ma spesso, più che risposte allo Spirito, sono reazioni alle insoddisfazioni personali” – concludono le parole del Papa.
In ultimo, è lo stesso Francesco con la sua voce a chiedere ancora la preghiera per la pace, specialmente per i territori in guerra come l’Ucraina, Israele e Palestina: “La guerra sempre è una sconfitta”.