Tre domande sono state al centro della catechesi che Papa Francesco, nella sua udienza del mercoledì, ha rivolto ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro.
L’esortazione apostolica di San Paolo VI, “Evangelii nuntiandi”, ha permesso al Pontefice di rimarcare, ancora una volta, il vero significato dell’evangelizzare, a partire da ciò che ciascuno di noi sente nel proprio cuore.
Credi in quello che annunci? È solo uno dei quesiti che il Papa ha posto ai fedeli presenti.
Le domande sull’evangelizzazione di Papa Paolo VI
Un ciclo di catechesi sull’evangelizzazione che si è protratto per tutto il periodo della Quaresima, aiutandoci a meditare sul ruolo che ciascuno di noi ha nella Chiesa e sul valore che abbiamo. Papa Francesco anche oggi, nella sua udienza settimanale in Piazza San Pietro, è tornato sull’argomento, partendo questa volta da quella che è la prima via per l’evangelizzazione, ovvero la testimonianza.
Attraverso l’esortazione apostolica “Evangelii nuntiandi” di San Paolo VI, Francesco ci invita e ci accompagna a capire il senso della nostra testimonianza evangelica: “E’ la magna charta dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo” – afferma e, anche se è stata scritta nel 1975, essa si presenta quanto più attuale che mai.
“Non si può evangelizzare senza testimonianza; testimonianza dell’incontro personale con Gesù Cristo” – introduce Francesco. Ma che tipo di testimonianza si richiede da ciascuno di noi? “Una testimonianza indispensabile perché, anzitutto, il mondo ha bisogno di evangelizzatori che gli parlino di un Dio che essi conoscano e che sia loro familiare” – conferma, citando proprio Papa Montini.
Papa Francesco: “La testimonianza è la prima via dell’evangelizzazione”
Dobbiamo trasmettere a tutti ciò che Dio sta operando in noi: “[…] La testimonianza di Cristo, dunque, è al tempo stesso il primo mezzo dell’evangelizzazione” – continua Francesco. Ma una vera testimonianza di fede deve esser salda e non campata in aria. Per questo motivo, Francesco pone l’attenzione su alcune domande, rivolgendole a tutti.
La prima fra tutti è quella se si crede a ciò che si sta annunciando: “Una persona è credibile se ha armonia tra quello che crede e quello che vive […] Tanti cristiani soltanto dicono di credere, ma vivono di un’altra cosa, come se non fossero. E questa è ipocrisia. Il contrario della testimonianza è l’ipocrisia” – spiega.
Non ci sono risposte semplici a queste domande, come anche a quelle che Papa Montini formulava nella sua esortazione: Vivi quello che credi? Annunci quello che vivi? “[…] Siamo chiamati ad accettare il rischio anche destabilizzante della ricerca, confidando pienamente nell’azione dello Spirito Santo che opera in ciascuno di noi, spingendoci ad andare sempre oltre” – continua Francesco.
Testimonianza = via della santità
La testimonianza vera ci accompagna verso un cammino di santità: “La santità che non è riservata a pochi, no; che è dono di che Dio e richiede di essere accolto e fatto fruttificare per noi e per gli altri. Noi scelti e amati da Dio, e dobbiamo portare questo amore agli altri” – spiega il Pontefice.
E la Chiesa deve porsi come evangelizzatrice, guidata proprio dallo Spirito Santo e, ogni giorno, è chiamata a percorrere un cammino di continua conversione e di sempre continuo rinnovamento: “[…] Una Chiesa che incontra dialogicamente il mondo contemporaneo, dialoga con il mondo contemporaneo, ma che incontra ogni giorno il Signore e dialoga con il Signore” – conclude il Papa.