Prima di congedarsi dai fedeli giunti ad ascoltarlo in Aula Paolo VI, il Santo Padre ha recitato una preghiera per la Pace in Ucraina, scritta dall’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia e da questi invitata a tutti i membri dell’arcidiocesi partenopea.
Il protagonista dell’udienza generale di oggi è Noè. La vocazione del patriarca biblico (cfr Gen 8,15-9,17) rimane sempre attuale nella comprensione dei mali che affliggono l’umanità.
Il diluvio universale e il nuovo incubo nucleare
La Genesi, ha spiegato papa Francesco durante la catechesi, suggerisce “una cosa impressionante: Dio fu a tal punto amareggiato per la diffusa malvagità degli uomini, divenuta uno stile normale di vita, che pensò di avere sbagliato a crearli e decise di eliminarli”.
Quest’ultima appare come una “soluzione radicale”, eppure “potrebbe persino avere un paradossale risvolto di misericordia”. Anche tra noi contemporanei, ha aggiunto il Pontefice, si affermano i “profeti di sventura” che seminano un “senso di impotenza contro il male”, al punto da infondere l’idea che “era meglio non essere nati”. Per non parlare di “certe teorie recenti, che denunciano la specie umana come un danno evolutivo per la vita sul nostro pianeta”.
L’umanità è così schiacciata tra due tendenze: da un lato “l’ottimismo di una giovinezza eterna, acceso dai progressi straordinari della tecnica, che dipinge un futuro pieno di macchine più efficienti e più intelligenti di noi, che cureranno i nostri mali e penseranno per noi le soluzioni migliori per non morire”.
Dall’altro, “la nostra fantasia appare sempre più concentrata sulla rappresentazione di una catastrofe finale che ci estinguerà”. E se dopo dovessero esserci dei sopravvissuti, “si dovrà ricominciare da zero”. Un rischio tornato attuale con la “minaccia nucleare”.
La spensieratezza? A volte è pericolosa…
Venendo al passo biblico meditato oggi, “quando si tratta di mettere in salvo dalla corruzione e dal diluvio la vita della terra, Dio affida l’impresa alla fedeltà del più vecchio di tutti, il “giusto” Noè. La vecchiaia salverà il mondo? In che senso? E come? E qual è l’orizzonte? La vita oltre la morte o soltanto la sopravvivenza fino al diluvio?”.
Nel Vangelo di Luca, Gesù parla del diluvio come un momento in cui gli esseri umani “mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito”: tutte cose “molto normali”, in cui non si riscontrano “esempi di corruzione”.
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In realtà, Gesù pone l’accento “sul fatto che gli esseri umani, quando si limitano a godere della vita, smarriscono perfino la percezione della corruzione, che ne mortifica la dignità e ne avvelena il senso”. Così facendo, arrivano a vivere “spensieratamente anche la corruzione, come se fosse parte della normalità del benessere umano”.
La stessa cosa avviene oggi, quando “i beni della vita sono consumati e goduti senza preoccupazione per la qualità spirituale della vita, senza cura per l’habitat della casa comune”. Succede, allora che “la corruzione può diventare normalità”.
Una corruzione che “trae grande vantaggio da questa spensieratezza non buona: ammorbidisce le nostre difese, offusca la coscienza e ci rende – anche involontariamente – dei complici”.
Gli anziani possono salvare l’umanità
La vecchiaia, dunque, rappresenta il punto di vista più adatto, per “cogliere l’inganno di questa normalizzazione di una vita ossessionata dal godimento e vuota di interiorità: vita senza pensiero, senza sacrificio, senza interiorità, senza bellezza, senza verità, senza giustizia, senza amore”. L’età anziana si connota per tante “attenzioni”, Per “pensieri” e “affetti” che “ci rendono umani” e “dovrebbe ridiventare una vocazione di tanti”.
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“Noi anziani – ha affermato Bergoglio – dobbiamo essere dei profeti contro la corruzione”. È una “cosa brutta” quando gli anziani non maturano e invecchiano con le “stesse abitudini corrotte” di quando erano giovani, come avviene con i giudici di Susanna (cfr Dan 13).
Noè è dunque l’esempio di questa “vecchiaia generativa”: adempiendo al “comando di Dio”, ripete “il gesto tenero e generoso della creazione”. La sua vocazione “rimane sempre attuale”, ha sottolineato Francesco chiedendo che il “santo patriarca” interceda per noi.
Preghiera di papa Francesco per la Pace
Prima di congedarsi dai fedeli giunti ad ascoltarlo in Aula Paolo VI, il Santo Padre ha recitato una preghiera per la Pace in Ucraina, scritta dall’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia e da questi invitata a tutti i membri dell’arcidiocesi partenopea:
“Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori!
Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi! Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi!
Perdonaci Signore, se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi. Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte.
Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele. Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti.
Perdonaci la guerra, Signore.
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo! Ferma la mano di Caino!
Illumina la nostra coscienza, non sia fatta la nostra volontà,
non abbandonarci al nostro agire! Fermaci, Signore, fermaci! E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello.
O Signore, poni un freno alla violenza! Fermaci, Signore!”.
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