Nell’udienza generale del mercoledì, tenuta in Piazza San Pietro, papa Francesco invita meditare sul terzo “ingrediente” del discernimento.
Il Papa ha spiegato che è necessario per inseguire una pienezza, e non per assecondare le voglie del momento.
Papa Francesco continua il ciclo di catechesi dedicate al tema del discernimento. Dopo aver affrontato, nelle precedenti udienze del mercoledì, i primi due «ingredienti» del discernimento (preghiera e conoscenza di sé), il pontefice ha voluto attirare l’attenzione sul terzo indispensabile ingrediente per scegliere il bene nella vita di tutti i giorni: il desiderio.
Il desiderio, ha spiegato Francesco, «alla radice, è una nostalgia di pienezza che non trova mai pieno esaudimento, ed è il segno della presenza di Dio in noi». È bene precisare, ha puntualizzato il Papa, che «il desiderio non è la voglia del momento». Il Successore di Pietro ha ricordato come la parola italiana «desiderio» provenga dal latino de-sidus, che letteralmente indica «la mancanza della stella’, del punto di riferimento che orienta il cammino della vita; essa evoca una sofferenza, una carenza, e nello stesso tempo una tensione per raggiungere il bene che ci manca».
Che cos’è allora il desiderio? Niente altro, spiega a braccio il romano pontefice, che «la bussola per capire dove mi trovo e dove sto andando, anzi è la bussola per capire se sto fermo o sto andando».
Senza desiderio si sta fermi, come da morti
Il desiderio è assolutamente indispensabile nella vita dell’uomo, inclusa quella spirituale. Al punto che, aggiunge il Papa, «una persona che mai desidera è una persona ferma, forse ammalata, quasi morta».
«Un desiderio sincero sa toccare in profondità le corde del nostro essere, per questo non si spegne di fronte alle difficoltà o ai contrattempi». È come quando si ha sete, sottolinea papa Bergoglio. Quando «non troviamo da bere, non per questo rinunciamo, anzi, la ricerca occupa sempre più i nostri i pensieri e le nostre azioni, fino a che diventiamo disposti a qualsiasi sacrificio per poterla placare, quasi ossessionato». Per questo «ostacoli e insuccessi non soffocano il desiderio, al contrario lo rendono ancora più vivo in noi».
Un’epoca ostile al desiderio
Viviamo in un tempo, ha osservato Francesco, che «sembra favorire la massima libertà di scelta, ma nello stesso tempo atrofizza il desiderio, per lo più ridotto alla voglia del momento». La nostra epoca esalta il carpe diem, il momento da cogliere, l’attimo fuggente.
E così «siamo bombardati da mille proposte, progetti, possibilità, che rischiano di distrarci e non permetterci di valutare con calma quello che veramente vogliamo. Molte persone soffrono perché non sanno che cosa vogliono dalla propria vita; probabilmente non hanno mai preso contatto con il loro desiderio profondo».
Il Papa pensa in particolare alle persone, soprattutto ragazzi, sempre impegnate ad armeggiare col telefonino. Una continua distrazione che però porta a trascurare il desiderio per vivere solo assorbiti dal momento presente.
Attenzione alle lamentele…
Papa Francesco ha messo di nuovo in guardia, come altre volte in passato, contro le lamentele, un vero veleno interiore. Il Papa invita a fare attenzione alle lamentele, che definisce un «veleno dell’anima», «quasi un peccato, perché non fanno crescere il desiderio di andare avanti».
Papa Bergoglio si chiede: «Se il Signore rivolgesse a noi, oggi, la domanda che ha fatto al cieco di Gerico: «Che cosa vuoi che io faccia per te?» (Mc 10,51), cosa risponderemmo? Forse, potremmo finalmente chiedergli di aiutarci a conoscere il desiderio profondo di Lui, che Dio stesso ha messo nel nostro cuore».
In definitiva, conclude Francesco, anche Dio «ha un grande desiderio nei nostri confronti: renderci partecipi della sua pienezza di vita».
Il Papa vicino al popolo ucraino
Dopo un pensiero a Nostra Signora Aparecida, patrona del Brasile festeggiata oggi, 12 ottobre, alla fine dell’udienza il Papa ha nuovamente manifestato la sua vicinanza al popolo ucraino.
In particolare il Papa si è detto vicino alle «località su cui si sono accaniti i bombardamenti» seguiti all’attacco del ponte di Crimea. Francesco è tornato a invocare il cessate il fuoco, per tornare a una convivenza pacifica nella giustizia tra popoli adesso divisi dalle armi.