Il Santo Padre, ancora una volta, sceglie il tema dell’evangelizzazione ma, soprattutto, quello dei Santi che ne sono diventati protagonisti, per la sua catechesi del mercoledì.
Portare la Parola di Dio anche ai più lontani e nelle parti più disparate del mondo ed aprire le porte dell’annuncio di fede a quanti più possibile: questo il messaggio di stamani.
L’attenzione di Francesco si è concentrata, in particolare, su padre Matteo Ricci, gesuita, che ha portato la parola di Dio in Cina.
La Parola di Dio a quante più persone nel mondo: questo è evangelizzare, e non il restare fermi in un solo posto. A comprenderlo pienamente questo concetto sono stati (e lo sono ancora oggi) i padri missionari, ai quali Papa Francesco, nel corso delle sue udienze del mercoledì in Piazza San Pietro, fa costante riferimento. Anche oggi, davanti a tantissimi fedeli arrivati da ogni dove per ascoltarlo, ha parlato di evangelizzazione e di missionari.
La sua attenzione si è, in particolare, concentrata su Padre Matteo Ricci, gesuita di origine marchigiana che ha portato il Vangelo di Cristo fino in Cina. “Dopo aver studiato nelle scuole dei Gesuiti […] chiese di essere inviato nelle missioni dell’Estremo Oriente” – racconta il Papa. Era il periodo in cui anche San Francesco Saverio aveva cercato di entrare in Cina, ma Matteo Ricci aveva studiato bene la lingua ed il costume cinese e riuscì ad entrare e a stabilirsi nella parte meridionale del Paese.
“[…] Con costanza e pazienza, animato da una fede incrollabile, Matteo Ricci poté superare difficoltà e pericoli, diffidenze e opposizioni. Qual è stato il segreto? Ha seguito sempre la via del dialogo e dell’amicizia con tutte le persone che incontrava, e questo gli ha aperto molte porte per l’annuncio della fede cristiana” – ha spiegato il Papa.
Il gesuita studiò in modo approfondito la letteratura e la cultura locale, “così da poter presentare il cristianesimo in dialogo positivo con la loro saggezza confuciana e con gli usi e i costumi della società cinese” – ha continuato Francesco.
Da uomo di scienza e di cultura quale era, mise ogni sforzo per portare avanti sempre e solo l’annuncio del Vangelo: “[…] Questi missionari pregavano: la preghiera è quello che alimenta la vita missionaria. Perché vedevano un uomo così intelligente, così saggio e così furbo da portare avanti le cose. ‘Questo che predica è vero!’ E’ una personalità che dà testimonianza, che testimonia con la propria vita quello che annuncia”. “Questa è la coerenza degli evangelizzatori” – commenta il Pontefice.
Ma cosa attira le persone verso un missionario? “La coerenza. Lo spirito e il metodo missionario di Matteo Ricci costituiscono un modello vivo e attuale ma quello che è attuale è la coerenza di vita, la testimonianza della sua vita come cristiano […] Domandiamoci: sono coerente o sono un po’ così così?” – chiede Francesco.
Al termine della sua udienza, il Papa ha affidato alla “materna intercessione di Maria quanti sono provati dalla guerra, specialmente la cara e martoriata Ucraina che tanto soffre”.
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