Durante la Catechesi odierna, il Pontefice è partito dalla vicenda di Ruth e Noem, per affrontare il rapporto tra giovani e anziani e ha anche riservato un simpatico e toccante passaggio sul tema delle suocere.
Una vicenda, quella biblica, che illumina fortemente la meraviglia dei legami all’interno della famiglia, e ci dona indicazioni estremamente importanti.
Papa Francesco è tornato in Piazza San Pietro per incontrare nuovamente gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo, nell’ambito dell’Udienza generale del mercoledì. Negli ultimi giorni infatti il Papa è stato dolorante per il suo annoso problema all’anca, e ha dovuto anche annullare diversi incontri per sottoporsi a visite mediche.
Rut illumina la bellezza dei legami famigliari
Così è sembrato certamente provato dagli “acciacchi” dell’anzianità, ma felice di incontrare nuovamente i fedeli accorsi per pregare con lui. “Sembra brutta la parola, ma i vecchi sono grandi e sono belli”, sono state le sue prime parole, prima della catechesi centrata proprio sul tema della Vecchiaia, e nello specifico sulla figura di Noemi che emerge dal libro di Ruth, che il Papa ha descritto “come l’altra tavola del dittico dell’amore nuziale” insieme al Cantico dei Cantici.
“Altrettanto importante, altrettanto essenziale, esso celebra infatti la potenza e la poesia che devono abitare i legami di generazione, di parentela, di dedizione, di fedeltà che avvolgono l’intera costellazione famigliare. E che diventano persino capaci, nelle congiunture drammatiche della vita di coppia, di portare una forza d’amore inimmaginabile, in grado di rilanciarne la speranza e il futuro”, l’ha descritto Francesco.
“La parabola di Rut illumina la bellezza dei legami famigliari: generati dal rapporto di coppia, ma che vanno al di là del legame di coppia“, ha commentato. “Legami d’amore capaci di essere altrettanto forti, nei quali si irradia la perfezione di quel poliedro degli affetti fondamentali che formano la grammatica famigliare dell’amore. Questa grammatica porta linfa vitale e sapienza generativa nell’insieme dei rapporti che edificano la comunità”.
Il difficile legame tra suocera e nuora e l’ironia di Francesco
Bergoglio ha preso così spunto per affrontare diverse tematiche, tra quelli quelle dei “legami di parentela creati dal matrimonio, soprattutto quello fra suocera e nuora”, dove però “la parola di Dio diventa preziosa”. “L’ispirazione della fede sa aprire un orizzonte di testimonianza in controtendenza rispetto ai pregiudizi più comuni, un orizzonte prezioso per l’intera comunità umana”, ha commentato.
A questo punto il Papa ha fatto una breve e ironica digressione a braccio proprio sul tema delle suocere. “La suocera è un personaggio mitico, non dico che la pensiamo come il diavolo ma la si pensa sembra in brutta figura”, ha detto Bergoglio. “Ma è la mamma di tuo marito o di tua moglie. Pensiamo a questo sentimento diffuso, che la suocera più è lontano meglio è. Ma è anziana, nonna, madre, non c’è niente di più bello che vedere i nipotini”.
L’appello del Papa è a guardare “bene il rapporto con le vostre suocere. Sì, talvolta sono un po’ speciali ma ti hanno dato la maternità del coniuge, ti hanno dato tutto, bisogna almeno farle felici, che portino avanti la loro vecchiaia con felicità. Certo hanno qualche difetto che si corregge, anche voi suocere vi dico: state attente con la lingua, che è uno dei peccati più brutti delle suocere”.
L’appello del Pontefice per i giovani e il loro incontro con gli anziani
La vicenda biblica tutto ciò lo mette in luce perfettamente. “Noemi, nella sua vecchiaia conoscerà la gioia di avere una parte nella generazione di una nuova nascita. Guardate quanti “miracoli” accompagnano la conversione di questa anziana donna! Lei si converte all’impegno di rendersi disponibile, con amore, per il futuro di una generazione ferita dalla perdita e a rischio di abbandono. I fronti della ricomposizione sono gli stessi che, in base alle probabilità disegnate dai pregiudizi di senso comune, dovrebbero generare fratture insuperabili. Invece, la fede e l’amore consentono di superarli“.
In sostanza, “dove la giovinezza si rivela capace di ridare entusiasmo all’età matura, la vecchiaia si scopre capace di riaprire il futuro per la giovinezza ferita“. Mentre “la tendenza dei vecchi al pessimismo ha bisogno di essere contrastata dalla pressione affettuosa dei giovani”. Al termine della sua udienza Francesco ha così colto l’occasione per lanciare un forte appello ai giovani, a riscoprire il rapporto con gli anziani, che per il Papa è un elemento fondamentale per la salvezza e la felicità.
“Se i giovani si aprono alla gratitudine per ciò che hanno ricevuto e i vecchi prendono l’iniziativa di rilanciare il loro futuro, niente potrà fermare la fioritura delle benedizioni di Dio fra i popoli”, ha commentato il Papa. “Mi raccomando, che i giovani parlino con i nonni, con i vecchi, e che i vecchi parlino i giovani. Questo ponte dobbiamo ristabilirlo forte, c’è lì una corrente di salvezza e di felicità. Che il Signore ci aiuti a crescere in armonia nelle famiglie, quell’armonia costruttiva che va dai vecchi ai più giovani, quel ponte bello che noi dobbiamo custodire e guardare”