È giunto un aggiornamento sulle condizioni dell’arcivescovo di Napoli, da poco succeduto al cardinale Sepe.
Ne ha dato annuncio lo stesso monsignor Domenico Battaglia, in una lettera indirizzata al clero dell’arcidiocesi partenopea. L’arcivescovo di Napoli è finalmente negativo al tampone ma è ancora in convalescenza.
Lenta convalescenza
“Avverto ancora tanta fatica e senso di spossatezza”, ha confidato l’arcivescovo, nel suo messaggio. “Mi aspetta un ulteriore tampone di conferma e un tempo di convalescenza prima di uscire ufficialmente dall’isolamento e riprendere la vita quotidiana”.
Monsignor Battaglia ha quindi ringraziato i sacerdoti e i religiosi napoletani “per l’affetto e la vicinanza” dimostrati durante la malattia. “Mi sono sentito accompagnato e sostenuto dalla vostra presenza e dalla vostra preghiera”, ha aggiunto. Dopo essere risultato positivo al Covid-19, il presule, che si era insediato da appena una settimana, è rimasto in isolamento domiciliare. Inizialmente era stato dichiarato “asintomatico”.
“Come ho detto a molti di voi e a quanti ho già incontrato e sentito telefonicamente, vorrei che tra me e voi sacerdoti ci fosse un rapporto diretto – ha proseguito Battaglia –. Non esitate a contattarmi per qualsiasi cosa”.
Un pensiero per chi è ancora ammalato
Al tempo stesso, l’arcivescovo ha rivolto “un pensiero e un’attenzione per i sacerdoti che stanno facendo più fatica”. In particolare, ha menzionato “don Roberto Granatino, ricoverato da qualche giorno in ospedale”, anch’egli a causa del Covid, “per gli altri sacerdoti e religiosi colpiti dal virus, per tutti i sacerdoti anziani, per quelli ammalati, per chi è in difficoltà”.
Poi ha esortato: “Non lasciamo solo nessuno! Prendiamoci cura, in questo modo, del nostro essere fratelli, condividendo l’unico sacerdozio. Prendiamoci cura della nostra fraternità presbiterale. Diventiamo costruttori di comunione autentica e possibile, tra di noi e con la nostra gente. Proviamo ad inventare nuovi stili di vicinanza, nuovi modi per continuare a camminare insieme, per sentire tutto l’amore e la cura che il Padre ha per ognuno di noi”.
“Prego perché il Signore vi doni coraggio nelle difficoltà e nei momenti di fatica che state sperimentando, a causa della pandemia e non solo”. Battaglia poi aggiunge: “Non vi scoraggiate mai! Coraggio, il Signore ci è accanto e si prende cura della vita di ciascuno di noi!”.
La cosa più bella che si può dire: “Io ci sono!”
“Cercati dal Signore, mettiamoci in ricerca di chi, fratello sacerdote o laico/a che sia, ha bisogno di essere accolto nella sua fragilità, di sentirsi ascoltato, di essere preso per mano ed accompagnato”.
“Io ci sono – conclude monsignor Battaglia – è quanto di più bello possiamo sentirci dire e dire in questo tempo. A noi stessi. Ai nostri confratelli. Alla nostra gente. Che la gente senta che ci siamo. Che ognuno di noi senta che l’altro c’è”. [L.M.]
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